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Jonathan Franzen, Libertà.

copertina

copertinaScuserete, ancora una volta, le lungaggini sentimentali che dedico ogni volta alle mie cronache di lettura. Chiedo perdono e pazienza in anticipo: vorrei davvero coinvolgervi in questa scoperta che è Jonathan Franzen, un autore straordinario e del suo libro Libertà, salutato come un capolavoro e decretato tale dai lettori prima che di tutta la critica internazionale.

Una decina di anni fa notai un romanzo Einaudi appena uscito. Fui colpito essenzialmente dal titolo, Le correzioni, e dalla copertina, la foto di un bambino degli anni ’50, seduto a tavola, con un’espressione imbronciata. Non sapevo niente di Franzen, e nessuna delle persone che conoscevo lo aveva mai letto. Il libro in prima edizione però, sembrava enorme allora decisi di comprare un altro libro suo, La ventisettesima città, che in tascabile appariva più corto. Mi promisi: prima leggo questo, se mi piace, proseguo con Le correzioni.

paul auster, foto

Paul Auster. Autobiografia (collettiva) di un genio

Con questo libro Paul Auster ha scritto un «Atlante illustrato delle felicità prime». Mettendo se stesso sotto la lente – deformante eppure sincera – della memoria si conferma come uno dei piú coraggiosi esploratori di quel territorio interiore in cui abitano la gioia e il dolore, la solitudine e l’amore. Notizie dall’interno è un’autobiografia di tutti, universale anche quando (soprattutto quando) è dolorosamente intima.

Roberto Cerati, monaco laico dei libri

di Roberto Cicalà

Dalla Cattolica all’Einaudi la lezione di un grande “maestro in ombra” dell’editoria. Il ricordo del suo ritorno in università per incontrare i giovani del Laboratorio di editoria che poi hanno dedicato molti studi alle carte dello Struzzo

«È una vera felicità fare il mestiere della propria passione» ama dire citando Stendhal il «piccolo monaco del libro», come Giulio Einaudi chiama il suo alter ego, per mezzo secolo l’assistente più stretto, al quale nel 1999 passa il testimone di presidente della casa editrice. Il novantenne nerovestito e dallo spirito candido Roberto Cerati, uno dei protagonisti dell’editoria novecentesca, il 22 novembre 2013, quando i giornali celebrano gli 80 anni dello Struzzo, sfoglia l’ultima pagina del libro della sua vita. Lo chiude dopo le migliaia di volumi fiutati con curiosità, promossi con passione tra i librai e, avendo calibrato le tirature, venduti a quel «pubblico Einaudi» creato proprio da lui, l’inventore delle prime edizioni subito tascabili, tentate la prima volta con La storia di Elsa Morante, nel ’74, con un successo arrivato in verità dopo una sua opposizione. Perché credere nelle idee significa anche saperle cambiare.>>

copertina di alice munro, danza delle ombre felicei

Danza delle ombre felici

Dopo cena mio padre fa: – Scendiamo a vedere se c’è ancora il lago? – Lasciamo mia madre a cucire sotto la lampada in sala da pranzo; mi fa dei vestiti per l’inizio della scuola. A questo scopo ha disfatto un vecchio completo e un vestito scozzese che erano suoi, e ora le tocca ingegnarsi per tagliare e ricucire oltre a farmi stare in piedi a girare su me stessa per interminabili prove mentre io, ingrata, sudo e mi lamento perché la lana prude e mi viene caldo. Lasciamo mio fratello a letto nel piccolo portico chiuso al fondo della veranda, e certe volte lui si inginocchia sul lettino, preme la faccia contro la zanzariera e frigna: «Portatemi il gelato!», ma io gli rispondo: «Tanto dormirai già», e non giro neanche la testa.

I quindici racconti di Danza delle ombre felici sono la prima raccolta di racconti di Alice Munro uscita nel 1968.
La scrittura della Munro sorprende ogni volta per il modo in cui riesce a imporsi con disinvoltura. Il suo tocco delicato porta con sé una sorta di libertà gioiosa, garbata, ma anche qualcosa che mai avremmo ritenuto possibile.

La scomparsa di Roberto Cerati

E’ morto Roberto Cerati.

Ai molti che non sono interessati ai libri, a quelli che leggono un libro ogni tanto, a quelli che non leggono affatto ( e sono tanti, troppi, in questo Paese) e ai tanti che fingono di interessarsene, questo nome dirà assai poco. Per chi ne ha condiviso la passione perchè ha avuto l’onore di lavorarci assieme, ai tanti che vogliono bene ai libri perchè hanno imparato a farlo dalle sue parole e dal tanto altro che si appreso da lui, rimarrà un debito di riconoscenza enorme. >>

Álvaro Mutis. Un ricordo

Un ricordo del grande Álvaro Mutis, classe 1923; un poeta prestato alla narrativa.
Mutis è stato un romanziere venerato non solo dai lettori di tutto il mondo, ma pure dai colleghi, soprattutto dal celebre connazionale Gabriel García Márquez, con cui peraltro condivideva un’amicizia lunga una vita.
Mutis si era trasferito in Messico intorno ai suoi trent’anni e già al secondo matrimonio, (da bambino aveva vissuto in Belgio a causa del lavoro di diplomatico di suo padre), l’occasione di un lavoro, accompagnata da una lettera di presentazione e “raccomandazione” scritta dal celebre regista Louis Bunuel. Pochi sanno, forse, che finì in carcere per un anno circa con l’accusa di appropriazione indebita nei confronti di una compagnìa petrolifera dove era stato assunto come capo delle relazioni pubbliche. In quella atroce esperienza gli fu di sollievo la scrittura: tenne un diario di racconti successivamente pubblicato con il nome del luogo di detenzione: Lecumberri.

alice munro

Premio Nobel Letteratura. Un altro anno senza Philip Roth

Penso che una delle emozioni che gli scrittori vincitori dell’ambito premio ricordano più distintamente, è quello dell’arrivo della notizia. Mi immagino che l’Accademia svedese li abbia scovati a casa quasi tutti, fatta salva, s’intente, la classica eccezione che conferma la regola; forse qualcuno l’ha saputo in ritardo perché era a passeggio con il cane, altri, chessò, a fare la spesa; altri ancora non hanno avuto la notizia direttamente come, per esempio, “il nostro” Dario Fo, il quale era seduto al posto di passeggero al fianco di Ambra Angioini impegnati nella registrazione di un programma televisivo molto bello di qualche anno fa (Roma-Milano solo andata). Un’auto di servizio si affiancò alla loro e un cartello appiccicato al vetro dall’interno diceva “Dario, hai vinto il Nobel!”.

Il Nobel della letteratura a Alice Munro

Alice Munro è stata insignita del Premio Nobel per la Letteratura oggi dall’Accademia di Svezia. Già vincitrice per tre volte del Governor General’s Award, il più importante premio letterario canadese. I suoi racconti indagano le relazioni umane analizzate attraverso la lente della vita quotidiana. Sebbene la maggior parte delle sue storie sia ambientata nel Southwestern Ontario, la sua fama come scrittrice di racconti è internazionale, è considerata uno dei maggiori scrittori di racconti vivente.