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Le tre del mattino

di Bruna Mozzi

E’ la notte il momento che Gianrico Carofiglio sceglie per questo suo romanzo; le tenebre che, con il loro trascorrere, fanno avvicinare i due protagonisti, un padre e un figlio. Forse, dopo, i due non saranno più come prima: un ragazzo adolescente che cresce e un uomo sulla cinquantina che matura.

E’ l’età topica di tante coppie di padri e figli, da Telemaco che cerca il padre Ulisse a Zeno che con il padre litiga fino a riceverne uno schiaffo sul letto di morte a Kafka che accusa il genitore di avergli imposto una vita non voluta. Un evergreen che hanno affrontato anche i contemporanei: ad esempio il Michele di “Io non ho paura” o la giovane figlia nel romanzo “Pura vita” di De Carlo.

Paul Auster, 4321. Cronaca di una sfida

L’impegno, come ben comprenderete, sfida diverse leggi di gravità. La prima, è l’inevitabile confronto con i maestri del romanzo “panoramico” americano: Roth, De Lillo, Wolfe senza scomodare Hemingway e solo per citarne alcuni. L’altro è la sfida con la quantità: stiamo parlando di un libro che nell’edizione originale pesa quasi un chilo, a testimonianza della scommessa dell’autore di misurarsi con il “grande romanzo classico americano” prendendo a modello non solo Dickens, citato nel libro, ma anche di altri autori classici non esattamente di scuola americana come Von Kleist. Parliamo di 4321.

Paolo Cognetti ha vinto il premio Strega 2017

Senza sorprese, dunque, la finale del premio Strega edizione 2017 che ha premiato Paolo Cognetti già vincitore dello stesso premio Giovani nella stessa edizione, quasi a farne un inedito. Sotto la presidenza di Albinati vincitore del premio dello scorso anno e con il favore dei 600 e passa elettori, il suo ‘Le otto montagne’ ha ottenuto 208 voti con larga misura sul secondo posto di Teresa Ciabatti con 119 voti con il suo libro La più amata’ edito da Mondadori. Al terzo posto si è classificata Wanda Marasco con 87 voti per La compagnia delle anime finte  edizioni Neri Pozza e infine al quarto e quinto posto Matteo Nucci con ‘È giusto obbedire alla notte ed.Ponte alle Grazie con 79 e Alberto Rollo con il suo Un’educazione milanese’ da Manni (questa sì che è una novità) con 52 voti.>>

Voglio volare sulla montagna!

 

La nostra amica Silvia Belcastro ha assistito all’incontro-intervista con il già premiato allo Strega Giovani (e fors’anche prossimamente a quello maggiore) Paolo Cognetti e Mauro Corona, troppo grande per aver ancora bisogno di un cenno biografico. Il vino, diciamolo, ha accompagnato le parole – in specie – di quest’ultimo che, proprio per questo, finisce con l’essere amato. Il racconto della presentazione che segue è molto bello e a tratti divertente ma per poterselo gustare dalla prima all’ultima parola ha bisogno di una decina di minuti, forse qualcuno meno. Staccate la spina e buona lettura! (ndr)

Il Bardo in lungo e in largo: Shakespeare in shorts e Shakespeare raccontato ai bambini

Che il 2016 sia l’anno del quarto centenario della morte di William Shakespeare, fissata per convenzione il 23 aprile 1616, è notizia che non vi sarà di certo sfuggita. Le opere del drammaturgo non mancano mai sui palcoscenici di tutto il mondo e, da quando si è diffusa la pratica di trasmettere nei cinema gli spettacoli teatrali appositamente registrati dal vivo, può capitare di sentir rivivere le immortali opere del Bardo di Stratford-upon-Avon in lingua originale, interpretate da grandi attori connazionali dell’autore.

Mio fratello rincorre i dinosauri

Cominciamo proprio da lì: dalla piazzola del parcheggio, uno spazio scelto, che sospende il tempo e consente di fare l’annuncio che merita tutta l’attenzione della famiglia. Per il narratore, Giacomo, si tratta di un momento memorabile: finalmente arriverà un fratellino! Rimetterà in equilibrio l’asse che pendeva verso la fazione femminile di casa: mamma e due sorelle. Quale gioia!

Stessa piazzola qualche tempo dopo. Altro annuncio importante: il fratellino sarà speciale. Per Giacomo, cinque anni, vuol dire solo una cosa: super eroe!>>

La comparsa

Alle quattro del mattino il cellulare riprende vita. Anche se è una sveglia dimenticata dal giorno prima, Noga non interrompe la malinconica suoneria, inserita dall’amico flautista che non voleva essere dimenticato durante questo suo lungo soggiorno in Israele. Quando finalmente ricade il silenzio, Noga non si raggomitola nel plaid a quadri dei suoi, genitori per riprendere il sonno interrotto ma, manovrando con delicatezza le leve del letto elettrico, solleva la testa osservare, ancora distesa, il cielo pallido di Gerusalemme, alla ricerca del pianeta al quale deve il proprio nome.

Noga suona l’arpa nell’orchestra sinfonica di Amsterdam ed è divorziata perché si rifiuta di avere figli.
Torna a Gerusalemme, nella casa dove è nata, per un periodo di tre mesi, perché la madre si trova in una casa di riposo di Tel Aviv.