Quando a Mantova al Festival della letteratura tenne un incontro pubblico, Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose, scelse di parlare del pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo. Natura e cultura. Parlò della forma del pane di una volta, grande e che durava giorni e che si tagliava quando tutti erano a tavola e si condivideva. Non come i micropanini di oggi, fatti per vite solitarie e sole.