Sefardita é un romanzo pubblicato nel 2009 in Francia e tradotto in Italia nel 2010, scritto da Eliette Abécassis, autrice francese contemporanea.
Il libro é in realtà una saga sull’identità, o per meglio dire sulle molteplici identità che abitano la nostra persona e che attraversano le nostre origini.
La protagonista è una giovane donna ebrea sefardita nata a Strasburgo ma di origini Marocchine. Già in questo semplice dato autobiografico si mescolano almeno tre culture: quella ebraica, quella francese e quella marocchina. Tre culture che diventano tre identità in conflitto, in perenne contrasto e che lottano per la supremazia. Ma in realtà Esther scoprirà come queste culture ne nascondono a loro volta, alla loro radice, altre – quella spagnola, quella ladina, quella araba e quella berbera- in un moltiplicarsi esponenziale e apparentemente incoerente, che trova tuttavia un’unità ultima e suprema nell’affermazione di ognuna di essa insieme alle altre, secondo un disegno quasi cabalistico – per rimanere in tema con il contesto del romanzo. Le identità non sono solo geografiche, come appare all’inizio del romanzo, ma anche storiche, benché esprimano una temporalità che paradossalmente diventa eterna nel momento in cui si fa tradizione.
Un testo sicuramente prolisso e a volte faticoso, che spesso si abbandona a topoi romanzeschi o ad eccessive digressioni dai toni un po’ elaborati, ma che somiglia molto ad uno di quei viaggi in cui si é sovraesposti a numerosi stimoli e percezioni esterne, i quali tuttavia, una volta sedimentati, ci regalano intense memorie. Un libro in ogni caso da leggere.
Il viaggio é anche presente come dimensione geografica e narrativa in Sefardita: fra Francia, Spagna, Marocco, Israele e Nord Africa. Geografia ma anche storia di civiltà che nel passato spesso si mescolarono, si unirono nonostante le diversità, cosa che attualmente sembrerebbe piuttosto un miraggio e non un fatto antropologico. I personaggi, tutti facente parte della comunità sefardita francese, hanno i toni colorati e intensi del mediterraneo, ben caratterizzati nella loro oppressiva passionalità, spesso in contrasto con la cartesiana civiltà francese, la quale, per altro, molti di essi condividono con orgoglio.
Romanzo di formazione, storia di una personalità che deve anche vivere il confronto con una tradizione complessa che pesa sulle spalle, insieme alle dinamiche famigliari e la difficile età adolescenziale.
Ma ancora una volta l’autrice francese vuole andare al di là della dimensione singolare ed individuale per approdare a quella più vasta delle origini, della cultura e della tradizione, in un movimento hegeliano che da negativo rifiuto diventa consapevole accettazione e scoperta.
In Sefardita, il tormentato e tortuoso viaggio attraverso le identità e le culture, ci insegna che l’appartenenza spesso ha il tono della sfumatura, della contraddizione e del contrasto.
Anche le origini infatti, su cui si fonda ogni autentica identità, sono costituite da una molteplicità di elementi, che rendono la nostra individualità, come del resto la nostra psiche, un’illusione.
Messaggio di tolleranza, ma anche invito a ripercorrere a ritroso tutta la storia, le storie, le geografie e le umanità che ci abitano, non solo per aprirci verso l’esterno ma per fondare su basi solide e plurali la nostra persona.