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Editori e lettori sulla strada del fraintendimento. Vol.2: dalla parte dell'editore
Chi pubblica i libri
Il mercato non cresce o cresce poco. questo è un fatto. Crescono le copie prodotte e il numero dei titoli. (per i dati si faccia riferimento al rapporto aie). I lettori calano: meno di una persona su due legge (43% dai 6 anni in su) e la metà di questi legge un solo libro l'anno. A guarda i dati c'è da farsi cadere le braccia. Tutto il mercato si regge su una sparuta pattuglia di poco più di tremilioni di individui che leggono un libro al mese. E sono quelli che chiamano forti lettori (poi ci sono pure gli altri: quelli che leggono ancora di più. Sono i marziani)
Editori e lettori sulla strada del fraintendimento. Vol.3: la distribuzione
Dove cercare i libri
Dunque, le librerie continuano ad essere il luogo preferito per l'acquisto dei libri: i numeri sono sempre disponibili sul rapporto aie. E come gli ultimi anni continua, a passi lenti, a crescere. Questo dato di per sè assume un significato diverso se confrontato con quelli delli della GDO ( per i non esperti è la grande distribuzione: centri commerciali, e tutti gli altri canali escluso internet) che cresce più velocemente rispetto al primo (la libreria).
Non è un paese per giovani vol.1
Partiamo con una domanda e una statistica. La domanda è questa: " secondo voi la cultura del vostro paese è superiore a quella deglia ltri paesi?"
Prendetevi un secondo per pensarci, poi rispondete - sempre che la domanda vi sembri sensata (ma facciamo finta che lo sia), bene.
Le risposte a questa domanda l'ha presentata in lucidissimo intervento all' ultimo appuntamento stati generali dell'editoria, Roger Abravanel, autore di uno dei quei bestseller che qualificano l'editore che lo pubblica (il suo si chiama Meritocrazia), ed esperto consulente delle più grandi aziende del mondo, oltre che ad essere stato un manager di lungo corso. Ebbene: dopo aver dimostrato che gli italiani si percepiscono in crisi ( e lo sono: basta sfogliare i giornali di questi mesi) e che i dati confermano questa percezione, Abravanel spiega che in Italia la percentuale di persone in accordo con l'affermazione "la nostra cultura è superiore" è del 68% contro il 23% di quelle che non lo sono.
Non è un paese per giovani vol.2
Seconda Parte
Poichè a nessuno verrebbe in mente di negare che la lettura abbia un ruolo fondamentale nella crescita individuale dei giovani (e di conseguenza ai futuri cittadini, e complessivamente nella crescita collettiva del paese), dovrebbe essere pacifico che una tale pratica economica, istruttiva, utile (è provato che leggere più libri incide sui risultati scolastici), senza dire che può essere persino molto divertente, vada incoraggiata il più possibile.
Ma siamo costretti a ripeterci. Incrociando i dati del rapporto Iard con quello che l'Aie diffonde nel suo libro bianco e nel suo annuale bilancio dell'editoria in Italia, da una parte ci stanno le convinzioni e le dichiarazioni - che sono nobilitanti e non costano nulla - dall'altra, i fatti.
Sembra impossibile ma da quando c'è la tv si leggono più libri
Intervista a Donald Sassoon di Filippo Maria Battaglia
Cultura? “Una parola strana e insidiosa”. “Al singolare, ha un significato ben diverso dalla sua accezione al plurale”. Nel primo caso “è assolutista”, nel secondo “relativista”. “‘Denota cioè una serie di valori, ma anche di consuetudini: il cibo che mangiamo, gli abiti che indossiamo, l’uso del tempo libero, i rituali che osserviamo, le tradizioni che abbracciamo o inventiamo e le idee che seguiamo. In questo caso la cultura, per usare un’espressione corrente, è uno stile di vita”. Parola dello storico Donald Sassoon, professore di storia europea comparata al Queen Mary College di Londra e autore, da ultimo, di un monumentale saggio su La cultura degli europei dal 1800 a oggi.