Podcast. Un amore supremo: John Coltrane

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   Tempo di lettura: 3 minuti

foto autoreA sentirla, la vecchia copia in vinile frigge decisamente troppo. Polvere, graffi accidentali, macchie di umidità ed altri impietosi segni del tempo. Il mio primo album di jazz, questo me lo ricordo bene: A Love Supreme di John Coltrane, acquistato a seimila lire durante una svendita per chiusura definitiva di un negozio gestito da un brutto tipo allargato a dismisura dalle tante birre di una vita, che si vantava di non aver mai praticato uno sconto in tutta la sua vita. Di jazz ero vergognosamente a digiuno, nel 1987, ma “qualcuno” (che era solo un sogno di qualcosa che poi sarebbe diventato) mi aveva consigliato di procurarmi questo disco “Perché se devi cominciare da qualche parte, non puoi far altro che partire da qui“. Era vero. Oggi sono tra le persone che si precipiterebbero a salvare A Love Supreme, (ma anche Bitches Brew di Miles Davis e Monk’s Greatest Hits di Theolonius Monk) dalle fiamme di un incendio domestico. Chi ama il jazz lo fa, vi assicuro.

Tutti i dischi di JC lo ritraggono da giovane: il cancro lo ha ucciso, infatti, a 41 anni.
Per dire. JC appena ventitreenne, viene ingaggiato nell’orchestra di Dizzy Gillespie nella quale ha la possibilità di accostarsi allo stile del Be bop.
Nel ’55 la sua voce, trova l’attenzione del grande Miles Davis che lo vuole nel suo leggendario quintetto. L’esperienza con il celebre trombettista gli permette di arricchire il suo fraseggio che trova il momento di maggiore maturità negli anni tra il ’59 e il ’61. Con “Giant Steps” – un altro “fondamentale”- e “My Favourite Things”, concepiti a distanza di poco tempo, si afferma definitivamente come prodigioso interprete dei sassofoni tenore e soprano; ma il suo “viaggio” non si ferma qui. L’interesse per la musica indiana e una forte spiritualità lo inducono ad una ricerca verso sonorità mistiche e trascendenti che si “concretizzano” nei capolavori, appunto, di “A love supreme” e “Ascension” degli anni ’64/’65. Cui seguiranno altri dischi non all’altezza come “Interstellar” e Expression. Peccato che questa ricerca sia stata fermata dalla malattia. Era il 17/7/67.

 

 

Questo libro esce nell’ottantesimo anniversario della nascita di John Coltrane e anticipa le celebrazioni in occasione del quarantesimo della morte. Frutto di vent’anni di ricerche d’archivio, interviste con amici e colleghi del musicista, analisi delle partiture musicali, il libro offre un completo ritratto di Coltrane e della sua evoluzione artistica: la gavetta nella big band di Dizzy Gillespie, le collaborazioni con Monk e Miles Davis, la carriera solista e l’affermazione del leggendario quartetto che regalerà al jazz “A Love Supreme”. Con un ampio apparato di fotografie, documenti, spartiti e una discografia aggiornata.

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2 commenti

  1. francesca schirone

    Aspettati fuochi d’artificio colorati, ma ci vorrà un pò. Al momento ho altro per la testa.

  2. Hai cominciato dalla parte difficile, vedo. Giant Step lo è ancora di più. Miles è meglio, però. Che fai, ci scrivi su?
    Francesco

I commenti sono chiusi.