La verità è che sono partita dal titolo per poi scrivere di altro. L’intenzione rimane, intendiamoci, ma trovo difficile raccontare di una famosa canzone inglese che, benchè sia stata scritta nel 1500 circa, è ancora molto, molto di moda. Qundi mi limito ad abbracciare i numerosi “follower” di questa rubrica per i miei più sentiti auguri di Buon Natale.
C’è un disco che mi accompagna da un po’: è Like Minds, a cantarla sono un gruppo di all-star come: Gary Burton, Chick Corea (stra-amatissimo dal mio due-di-coppia),il mio amato Pat Metheny, e Roy Haynes. Per capirci: il disco ha vinto un Grammy ed è entrato nel 1999 nella Best Jazz Instrumental Performance Individuale e di Gruppo. Della serie: vincere facile. Questo mi consente di introdurre l’argomento di giro dedicato a Dave Hooland, che ormai da quaranta e passa anni celebra la degnamente la carriera di grande musicista: sassofonista, chitarrista, contrabbassista e chi più ne ha, ne metta.
Dave Holland è quello dei virtuosismi di Bitches Brew, nella band di Miles Davis fino al dolce flamenco che accompagna la grande Betty Carter insieme ad una altra leggenda del jazz con la chitarra spagnola a suonare flamenco: Pepe Habichela, fino agli ultimi anni a forgiare un nuovo suono con il pionieristico quartetto d’avanguardia che porta il nome di Circle al fianco di Chick Corea, Anthony Braxton e Barry Altschul e ultimo ma non ultimo ha suonato e suona con leggende come Stan Getz, Hank Jones, Roy Haynes, e Sam Rivers al servizio – come si dice in gergo – di tempestive opportunità di nuovi suoni. Insomma: Dave Holland è stato in prima linea nel jazz in molte delle sue forme fin dai primi giorni del suo straordinario lavoro: una carriera cominciata prestissimo. Aveva 11 anni.
Per l’anniversario della sua prima “release”, Dave Holland ha presentato con il suo nuovo quartett: Prism; l’album è dello scorso anno, e nella band (troppo “elettrica” per i miei gusti) c’è una sua vecchia conoscenza: Kevin Eubanks insieme con il tastierista Craig Taborn e il batterista Eric Harland.
Oltre che con i Prism, Dave Holland continua anche a “condurre” la sua big band vincitrice di Grammy; il suo quintetto con l’acclamato sassofonista Chris Potter, il trombonista Robin Eubanks, il vibrafonista Steve Nelson e il batterista Nate Smith; e il quartetto Intonante, con Potter, Harland, e il pianista Jason Moran. Negli ultimi anni Holland si è esibito con il duo Kenny Barron al piano e un’altra leggenda del jazz: Pepe Habichuela. Mai stanco, continua ad esplorare la sua “voce” da solista, come documentato con l’album Lacrime di Smeraldo (1977), All Ones (1993), e del Circle life (1982), quest’ultima una registrazione con il violoncello “solo”
da YT ecco il mio quartetto preferito: Dave Holland con Pat Metheny, Herbie Hancock, Jack DeJohnette. Il pezzo è: Cantaloupe Island
dalla collezione di casa, consigli per gli acquisti:
Like Minds, l’ho detto subito. Vi segnalo anche The conference of the birds” è un insieme di pezzi dove tutti i componenti si sono sentiti liberi di lascarsi andare e improvvisare. bravissimo è il sassofonista che acompagna Dave Holland: Anthony Braxton, un vero gigante della musica (se volete saperne di più, fatevi un giro su Wiki).Grande disco.
Poi viene Parallel realities; questo lo avevamo comprato perchè, basta che c’è Steve Coleman: il mio due di coppia non sa viverne senza (ma pura Miles Davis, Pat Metheny etc..) Pensavo bastassi. Detro ci trovate The oracle che da solo vale il prezzo del disco. Penultimo Change of Heart, questo lo abbiamo comprato solo perchè c’è Pat Metheny dentro. Si sà: basta la parola Metheny per spendere bene i propri soldi (vedi, il primo citato della lista). I due hanno suonato insieme un sacco di volte e di dischi così ce ne sono diversi. Infine, Prism, appunto. Bello, ma non mi ha incantata.
I libri
Lasciamo perdere. Tanti auguri di Buon Natale a tutti