Una crudele idea di ordine

Lulu Miller, autrice del libro “ I pesci non esistono” oggetto delle righe che seguono, ha lottato con la depressione per molto tempo; ho letto notizie di un tentativo di suicidio: sono vere.  Suo padre, biochimico e scienziato a modo suo, le ha insegnato che le vite umane sono, nel grande schema delle cose, roba insignificante. La ricerca di una risposta alternativa a quella di suo padre l’ha segnata per tutta la vita, facendo della ricerca e della divulgazione scientifica lo scopo della sua esistenza.

Riprendiamoci la poesia: L’arte di essere fragili di Alessandro D’Avenia

Certi libri arrivano al lettore come in risposta a una preghiera. La preghiera può essere un giorno di sole o il momento più basso di un’esistenza, ma è sempre l’arte a esprimere il nostro indicibile. Succede anche per le preghiere di una società. “Ogni epoca concentra l’attenzione su alcune parole, ne è come ossessionata. Questo perché quest’epoca sta perdendo la cosa nominata e comincia ad avvertirne la mancanza”.
Se c’è una cosa che manca all’uomo in questo tempo di declino umano e spirituale, è la Poesia: quella bellezza che l’universo ha facoltà di osservare in se stesso tramite la vita. A questa preghiera dà risposta il libro-miracolo di Alessandro D’Avenia, ponendoci al cospetto di un poeta che forse non abbiamo saputo vedere: Giacomo Leopardi.

michela murgia

Ricordi di una educazione cattolica

di Michela Murgia

Sopporto male gli autori che danno alle stampe le loro memorie. Ci vuole un ego ipertrofico oltre ogni dire per pensare che la propria esistenza sia così interessante da meritare di permanere a dispetto degli alberi sacrificati a immortalarla. Alle memorie di Mary McCarthy si aggiunge l’aggravante della sua scintillante impudenza: è un’intelligenza ingombrante che sa tutto, ricorda tutto o comunque è in grado di porsi il dubbio, non risparmia niente a nessuno (a onore del vero nemmeno a se stessa) e giudica e commenta ogni cosa; nelle pagine che seguono vi accorgerete che ha già scritto lei anche la sua prefazione, giusto per dire che a questo libro non servirebbe una sola riga in più, tantomeno mia. Immagino sia proprio per questo che la voglio scrivere: l’impudenza è una delle poche temerarietà che invocano compagnia.

Ci si può fidare della scienza?

È stato particolarmente interessante seguire l’ International Booker Prize di quest’anno poiché i libri selezionati adottano tutti un approccio creativo alla forma, al genere e alla narrativa nel raccontare le loro storie.  Non sono sorpreso, intendiamoci, il premio ha acquisito una tradizionale capacità di stupire anche i lettori più raffinati confermato con il giusto premio riconosciuto quest’anno al libro: At night all blood is black, del francese di nascita e senegalese di crescita, David Diop già vincitore, tra l’altri, del più importante premio letterario francese, il Goncourt, con Frère d’âme (tr. Fratelli d’anima, Neri Pozza 2019). Brevemente, la storia nel libro sconosciuta ai più, è quella dei senegalesi che combatterono per la Francia sul fronte occidentale durante la prima guerra mondiale. >>

Come i Wanderers hanno vinto la coppa d’Inghilterra.

Vi piacciono la favole? Quelle senza principesse, intendo. Vi propongo una favola calcistica.

Ma forse il romanzo di Carr, Come i Wanderers vinsero la coppa d’Inghilterra, è più simile ad un racconto epico o di avventura.

Non un giallo di sicuro, sappiamo già dal titolo come va a finire; sarebbe come dire che l’assassino è il maggiordomo.

Il libro fu scritto alla metà degli anni settanta e, se all’epoca poteva apparire già bizzarro, al giorno d’oggi risulta assolutamente incredibile e impensabile nell’attuale “sistema calcio”; per questo motivo si rivela ancora più stravagante; uno stravagante bello, ironico, divertente e carico di leggerezza.

Il libro è un romanzo di pura invenzione, ma per certi versi premonitore, salvo per  il finale. >>

Podcast. Soul per millennials. James Vickery

Il direttore del sito mi ha sollecitata a riprendere le fila (e le mie corde in fatto di scrittura) della rubrica dedicata da tempo ai miei beniamini. Sono stati mesi difficili di clausura forzata come per tutti ma gli ascolti, in specie di nuove voci, non sono mancati. Ad una di queste devo la conoscenza del cantante soul del sud di Londra James Vickery.

E’ un vero talento ed è la ragione per cui ve ne parlo. Ha iniziato nei primi anni 2010 come cantautore folk, accompagnandosi alla chitarra acustica e cantando melodie influenzate dal soul con la partecipazione a vari spettacoli televisivi di competizione musicale (The X Factor e Open Mic UK). Le performance di successo in questi spettacoli hanno portato a Vickery nuove conoscenze professionali e collaborazioni, incluso il lavoro con il chitarrista Phil Braithwaite e il cantante Lance Ellington, per fare un paio di esempi.

Podcast. La scomparsa di Dennis Thomas, sax della Kool & Gang

Davvero non pensavo di rimettere mano alla mia rubrica con un obituarie; mi ero ripromessa di cominciare da altro. Mentro scrivo il pezzo di nuovo inizio dopo tanto tempo (prossimamente su queste pagine), leggo il freddo comunicato delle testate specializzate (e non) con cui aprono l’incipit che si è soliti leggere ad ogni triste evento di questo tipo: Dennis “Dee Tee” co-fondatore della leggendaria band soul-funk, Kool and the Gang, è mancato nel sonno a 70 anni. Un annuncio che cambia le regole in corso e anticipa la necessità di dedicare un articolo della rubrica a questo gruppo che tanto ha segnato la generazione del mio due di coppia.

Un altro membro fondatore del gruppo, Ronald “Khalis” Bell, è mancato prematuramente lo scorso anno nella sua casa nelle Isole Vergini a 68 anni.