di Michela Murgia
E ci siamo.
Il Campiello è a centro tavola e io non mi sono ancora stancata di dire grazie a tutti quelli che chiamano, scrivono, bussano alla porta, commentano su facebook e mi fanno arrivare la loro gioia e soddisfazione tramite amici e conoscenti.
Grazie, davvero.
Grazie agli amici che mi hanno salutato all’aeroporto di Venezia con i fiori e quelli che mi hanno accolto all’aeroporto di Elmas con le vuvuzelas, il lancio di gueffus e i cartelli di benvenuto come fossi la nazionale al ritorno da una trasferta vittoriosa: le uniche lacrime di questo Campiello le ho versate con voi. Grazie alle persone che lavorano nel supermercato dietro casa, che stamattina alle otto e mezza quando sono entrata a comprare il latte sono scoppiate in un’ovazione di saluto. Grazie al mio paese intero, che ha salutato questa premiazione come un fatto comune, come sempre, come tutto.