Cosa ti perdi se spariscono i librai?

di Michela Murgia

Questa domanda è urgente perché i librai in Sardegna (ma non solo in Sardegna) stanno sparendo davvero.
Il più delle volte abbassano le serrande in silenzio e cambiano mestiere, ma di tanto in tanto qualcuno di loro – come ha fatto la libreria Odradek di Sassari – decide di rendere pubblica l’imminenza della propria sparizione. Lo fanno perché “cosa pubblica” per loro è quello che fanno e “risorsa pubblica” hanno creduto di essere in quanto librai.

Imprese commerciali, certo, ma anche centri naturali di diffusione della lettura, consulenti personali di clienti chiamati per nome e cellule staminali di resistenza culturale per i loro territori.
Anche gli scrittori – nello specifico quelli sardi – sono convinti che il libraio sia qualcosa di più di uno che vende libri e percepiscono come un gravissimo danno alle comunità la scomparsa progressiva delle librerie indipendenti. Lo ritengono un problema dell’intero sistema editoriale, non del singolo libraio.

michela murgia

L’Antartide di Laura Pugno

di Michela Murgia

Immaginate che vostro padre muoia e il notaio vi comunichi che tutto quello che avrebbe dovuto spettarvi per diritto ereditario sia invece finito nelle casse di una strana casa di riposo, un luogo ameno e fuori dai tracciati che sta sul confine tra l’Italia e un’altra nazione. Se il vecchio genitore in quella casa non è mai stato ospite, forse anche al figlio più distaccato potrebbe venire voglia di andare a scoprire cosa c’è dietro quel lascito incomprensibile.

Fantavolieri

fantavolieri… Tantissimi uccelli di carta giocavano ad inseguirsi
planando e risalendo.
Il cielo era saturo di colori e di grida,
era come una danza nell’aria
in cui ognuno recitava la sua parte
sincronizzando perfettamente
il volo con quello degli altri.
Linda era estasiata e rimase così,
con il naso all’insù, la bocca spalancata
in un sorriso pieno …  ” (pag.14)

Leggere Tranströmer

Il momento migliore per leggere Tranströmer è di notte quando il silenzio è armonioso e al tempo stesso stonato.
Per leggerlo è necessario arrendersi all’inverosimile, alzarsi dal letto e ascoltare i rumori minimi della nostra casa o del vento che soffia all’esterno. Chi lo legge lo fa come se fosse un segreto personale.
Tranströmer è un maestro di solitudine che abita in un silenzioso e armonico recinto.

Cenerontola: principessa all’arrembaggio

cenerontola… C’era una volta una principessa il suo nome era Cenerontola.
Sì,  proprio con la “o” in mezzo.
Proprio per questo non era né alta né bionda,
né bella né magra
e non aveva neppure gli occhi azzurri.
Abitava, più o meno felice e contenta, in affitto in un castello di soli due piani alla periferia … (pag.12) “

Vi presento oggi Cenerontola una principessa oltre i pregiudizi e i preconcetti: single, indipendente, non porta la taglia 42, al posto delle scarpette di cristallo preferisce le ballerine color amaranto perché almeno quelle non le fanno sudare i piedi, ha una grande passione per il cioccolato e invece di chiedere aiuto al principe azzurro, sfoderando voluminosi battiti di ciglia, preferisce rimboccarsi le maniche e risolvere i propri problemi … da sola! [ continua …]

Più che scandalizzare il mondo Céline finì per esserne scandalizzato

Quando nel 1932 Louis-Ferdinand Céline diede alla stampe il suo primo romanzo, Voyage au bout de la nuit, nel coro di lodi per il capolavoro non mancò la voce di Georges Bernanos. Secondo lo scrittore cattolico e monarchico l’esordiente collega anarchico e miscredente era stato “creato da Dio per dare scandalo”. Col passare degli anni forse la situazione si capovolse e più che scandalizzare il mondo Céline finì per esserne scandalizzato.

Alla fine della Seconda Guerra mondiale vedeva lo scandalo non più negli ebrei, bersagliati qualche tempo prima in un paio di  ignobili e famigerati libelli antisemiti, ma nel trasformismo vigliacco della società francese, nella forsennata ricerca di vittime espiatorie (in fondo imparentata con quella messa in atto dagli sconfitti nazisti) nella riduzione della realtà a “féerie”, farsa, pantomima. Tutti sembravano ansiosi di ben recitare il ruolo del giustiziere e a lui toccava quello del capro espiatorio, del “noto venduto traditore fellone” da squartare e gettare ai cani per lavare la coscienza collettiva.

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