“… Mi si riempie la testa, mi si riempie la testa
Di tutto il mare buono, di tutto il mare in tempesta
Di contese, battaglie, duelli e incantamenti
Di giganti giganteschi, sfide, guerre e tradimenti
Di capricci, piagnistei e degli amori tormentati
Dell’odore dei cavalli, del rumore dei soldati
Dell’odore di bruciato che dal libro pare esca
Tutto questo tutto quanto sta qui dentro la mia testa?
A vederla sembrerebbe che non c’è poi molto posto
Ma qui dentro c’è lo spazio più gigante che conosco…” [continua ]

L’economista che visse tre volte
Se il silenzio di Caffè ci parla, il silenzio su Caffè è pura miopia e comportamento doloso a tutti i livelli. Il “piccolo” grande economista deve essere non solo ricordato, ma anche attualizzato attraverso la messa a dimora delle sue analisi che devono oggi più che mai radicarsi in una terra arida di idee. Quelle stesse idee oggi ancora non raccolte e che invece dovrebbero fluire come tanti ruscelli per confluire nel fiume delle istituzioni e nelle aule universitarie per la bellezza del sapere e per la concreta risoluzioni di quei problemi che hanno messo in ginocchio il nostro Paese umiliandolo da ogni dove. L’Italia culla del Rinascimento subisce oggi una involuzione per l’applicazione di scelte finanziarie che riparano una finestra lasciando scoperto il tetto di una casa pericolante.

Thomas Jay di Alessandra Libutti: le parole rendono liberi
Benchè Thomas Jay sia stato dato alle stampe per la prima volta nel 2007 da una piccola casa editrice, Alessandra Libutti ha iniziato a lavorare al romanzo nel 1999. Già nella sua prima edizione in tempi non sospetti, quando era una piccola perla di un autore sconosciuto pubblicato da un editore sconosciuto, il romanzo ha ricevuto numerosi apprezzamenti dai lettori. Ora è stato ripubblicato da Fazi con una grande campagna promozionale (segno che l’editore ci crede) che è stata anche al centro di qualche polverosa – e a mio avviso esagerata – polemica.
Tra la prima pubblicazione nel 2007 e quella attuale cos’è accaduto a Thomas Jay? Qual è stato il percorso del romanzo?
Thomas Jay è stato vittima di un editore inesperto, con più ambizioni che capacità. Si mostrarono seri fino alla pubblicazione, poi i nodi vennero al pettine: il romanzo non raggiunse mai le librerie e ci volle parecchio perfino perché comparisse su IBS. Decisi di mettere a disposizione una copia per una catena di lettura su aNobii. Piacque e la gente cominciò a comprarlo e recensirlo. Fu un percorso lento, ma nel giro di due anni finì sullo scaffale di oltre 90 utenti di aNobii, guadagnando 60 commenti positivi e quasi altrettante recensioni in giro per la rete. Considerato che non aveva avuto promozione ed era acquistabile solo online fu un bel traguardo. E’ stato tramite la rete che è arrivato tra le mani di un editor di Fazi.
Micioragionamenti
“… Quindi il lupo apre la porta, si mangia la nonna,
io mi arrampico sull’armadio col pelo dritto,
il lupo indossa la camicia da notte della nonna
e si mette a cercare la cuffia, che la nonna non ha mai avuto,
si stende sul suo letto e, a quel punto, immaginate me che mi metto
ad aspettare il cacciatore …
Ricordo di Tonino Guerra. Un grande italiano
Un grande cantastorie. Ecco che cos’è stato Tonino Guerra. Un poeta, certo, ma nel significato totale del termine, poeta secondo i canoni della letteratura ma soprattutto secondo l’identità istintiva che gli dà l’immaginario popolare. Il poeta dunque associato a visionarietà, stravaganza, imprevedibilità, bizzarria. E il popolo quasi sempre ha ragione: va oltre la normalità uno che scrive in dialetto romagnolo e che viene tradotto in cinese, e da Mao in persona. Sarà vero, sarà una leggenda, non importa. Rientra negli sconfinati orizzonti fantastici in cui hanno convissuto oltre allo scrittore in versi, lo scrittore in prosa, lo sceneggiatore cinematografico, il pittore, il disegnatore e infine l’inventore di mille preziose cose futili e inutili che però fanno bene allo spirito.
La macchina della morte
Cosa succederebbe se con una semplice analisi del sangue fosse possibile prevedere in che modo si morirà? Ryan North, Matthew Bennardo e David Malky hanno lanciato la sfida alla Rete, questa raccolta di 34 racconti sono il risultato.
Cosa succederebbe se una macchina potesse predire in maniera infallibile in che modo una persona morirà, basandosi su un semplice esame del sangue? Come cambierebbe il nostro modo di agire? Saremmo più liberi o vivremmo incatenati a quella sentenza ineluttabile, condizionati in ogni scelta da un destino che può materializzarsi in qualsiasi momento? Saremmo morbosamente attratti da ciò che ci ucciderà o cercheremmo di fingere con noi stessi di non sapere nulla?
I quattro canti della resistenza civile.
Forse stiamo scrivendo accertate banalità. Ma per capire un libro (il ‘senso’, a scuola ci avrebbero fatto scrivere: il ‘messaggio’) spesso bastano pochissime righe. Dunque, prima di entrare in tema, leggete attentamente questa citazione: «Vorrei avere nella mia casa una donna ragionevole, un gatto che passa tra i libri, degli amici in ogni stagione senza i quali non posso vivere». Parole di un poeta francese riportate pari pari a pagina 190 del romanzo d’esordio di Giuseppe Di Piazza: «i quattro canti di Palermo», edito da Bompiani. Siccome Di Piazza è un noto giornalista cercheremo di non esagerare con le lodi.
Se il bunga bunga è americano
Lei lo chiamò sempre ‘Mr President’, malgrado fosse l’uomo con cui aveva perso la verginità. Lui si rifiutò sempre di baciarla sulla bocca, anche quando facevano l’amore. Uscito l’8 febbraio, ma solo nelle librerie statunitensi, il libro di memorie di Mimi Alford, ex amante di John Fitzgerald Kennedy ai tempi in cui era una stagista 19enne alla Casa Bianca. “Once upon a secret: my affair with president John F. Kennedy and its aftermath” (C’era una volta un segreto: la mia relazione con John F. Kennedy e le sue conseguenze), di cui il New York Post ha pubblicato alcune anticipazioni, è un libro pieno di particolari piccanti ma anche di dettagli inediti sulla vita privata di Kennedy e sui momenti più difficili della sua presidenza.

La sognatrice medioevale
In questo libro troviamo Ildegarda, monaca autorevole e ammirata, nel monastero benedettino di Disibodenberg. Vi è stata condotta dalla sua inquieta giovinezza, durante la quale aveva abbandonato la nobile famiglia d’origine per seguire la propria missione. Neanche questa, tuttavia, potrà essere la sua dimora: una visione le appare, esortandola a partire e a fondare una nuova comunità religiosa, in un luogo remoto e isolato. «Se ti senti più sicura fra le mura del tuo monastero» aveva detto la voce «allora mi tradisci». È La chiamata divina, che la sprofonda nell’angoscia: con che animo separarsi dal suo fedele amico, il monaco Volmar, e dalla sua amata discepola Richardis, con i quali ha condiviso i pensieri più profondi e le emozioni più sublimi?