di Michela Murgia
Stamattina è apparsa sui giornali la notizia del suicidio di un ristoratore romano di origine sarda. L’articolo si concludeva in modo curioso: “Dai primi accertamenti degli investigatori sembra che l’uomo non soffrisse di depressione nè avesse debiti o problemi economici. Ma le indagini sono solo all’inizio”. La chiosa suggerisce al lettore due cose: la prima è che le cause più ovvie di qualunque suicidio siano da ricercare nella depressione e/o nei problemi economici; la seconda è che questi motivi, che al momento non sembrano esserci, non sono comunque esclusi e potrebbero emergere da un’indagine più approfondita. Chi ha firmato quell’articoletto dal tono un po’ deluso (mannaggia, non c’erano i motivi economici!) con ogni probabilità è afflitto dalla sindrome giornalistica della crisi assassina.