Elisabetta Bucciarelli
Femmina de Luxe
Perdisa editore
Cosa dire di nuovo e originale su Femmina de Luxe che non sia già stato scritto nelle tante positive recensioni uscite negli ultimi mesi? Difficile non essere catalogata come ripetitiva dai fans della Bucciarelli che seguono con attenzione ciò che viene pubblicato sulla scrittrice milanese. Perciò mi limiterò a raccontare cosa ci ho letto io, al di là della coinvolgente vicenda noir che già sarebbe sufficiente a renderlo un bel romanzo, ben scritto, che offre al lettore immagini così nitide da dare l’idea di essere di fronte ad un film.
Ci ho letto il senso di inadeguatezza che colpisce noi donne, sia che siamo belle e perfette, sia che siamo non allineate agli standard estetici comunemente accettati. La necessità dell’approvazione altrui, ad ogni costo.
La fatica di raggiungere un equilibrio che basta un niente per mandare in frantumi. Ho letto in Olga l’ingenuità e la dolcezza, la fame di un amore alla cui mancanza supplisce con la fame di frappè e patate fritte, ma anche la capacità di andare oltre l’apparenza, di sapere cogliere l’umanità un po’ distorta di chi è ai margini. Ho letto nell’Ispettore Maria Dolores Vergani la dualità di una professionista sicura di sè, che nella vita privata riesce a mortificarsi come solo noi donne siamo capaci di fare, imponendosi rinunce che lasciano il tempo che trovano in nome di un sentimento forse troppo idealizzato. Ho letto in Marta il disperato bisogno di attenzioni indirizzato verso una ricerca della perfezione fisica che non si ferma nemmeno di fronte ai limiti strutturali del proprio corpo, che è capace di sopportare un dolore indicibile e di venirne soppraffatta. Ma ho letto anche la grande passione di Olga per la vita, di Maria Dolores per il suo lavoro, di Elisabetta Bucciarelli per la scrittura. Tanto che non si limita a raccontare una storia, a scavare negli animi dei personaggi ma si sofferma a condividere coi lettori profumi, immagini, istanti rubati sedendo ad un caffè di lusso come il Florian o addentando un panzerotto di rosticceria.