da Il Corriere della Sera.
La vita di Terzani riflessa nei suoi libri: dall’Olivetti a reporter in Cina e Vietnam
Tiziano Terzani
TUTTE LE OPERE
a cura di Àlen Loreti
Mondadori
pp. CCXIX-1.554, 60
C’era anche Tiziano Terzani ai funerali di Pino Pinelli, nel dicembre 1969, a Milano. Camminava a passi lenti dietro le bandiere nere degli anarchici, portava sulle spalle Folco Mao nato da pochi mesi. La faccetta vispa e infreddolita del bambino spuntava sopra le teste del corteo, cupo, dolente e rabbioso. Franco Fortini, Giovanni Raboni, Vittorio Sereni marciavano accanto ai ragazzi incappucciati nell’eskimo e ai vecchi compagni di Pinelli con il cravattone nero della tradizione.
Terzani era arrivato da poco a Milano, lavorava a «Il Giorno», un grande quotidiano, allora, diretto da Italo Pietra dove era approdato dopo le segnalazioni di Paolo Volponi e di Vittorio Emiliani. Praticante giornalista, «faceva la notte» nella redazione esteri, imparava il mestiere, «passava» le notizie, qualche volta scriveva una «biro», 15 centimetri di piombo. L’uomo vestito di bianco amato da moltitudini nei primi dieci anni di questo secolo cominciava così, da Milano, il lungo viaggio nelle spire del mondo, tra Singapore, il Vietnam, la Cina, il Giappone, l’India, l’Himalaya.
Esce ora da Mondadori un Meridiano, Tutte le opere, a cura di Àlen Loreti, con un saggio introduttivo di Franco Cardini (pp. CCXIX-1.554, 60). Contiene i suoi libri pubblicati fino al 1992: Pelle di leopardo (1972-1973); Giai Phong!, la liberazione di Saigon (1976); La porta proibita (1984); Buonanotte, Signor Lenin (1992). Un secondo Meridiano uscirà in autunno e raccoglierà i libri scritti fino alla morte, all’Orsigna, sull’Appennino pistoiese, il 28 luglio 2004.