Daniela Raimondi, La casa sull’argine

foto di ©marinaandruccioli
   Tempo di lettura: 5 minuti

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Per una strana casualità temporale, sia io, sia mio marito, sia mia figlia siamo nati di martedi.
Mi sono chiesta questo giorno a chi fosse dedicato, scoprendo che il martedi è il giorno degli angeli e dei santi. Incuriosita e un po’ divertita, ho cercato in rete se il nome che porta mia figlia sia anche quello di una santa per leggerne la storia, ma ho anche cercato il significato ed ho scoperto con immensa sorpresa che il nome deriverebbe dal greco, col significato di creatura del mare … marina insomma. Cioè il mio, di nome.

Coincidenze? Segno divino? Convinzione che il destino ci abbia messo lo zampino?
Daniela Raimondi sembra prendere spunto proprio da queste domande senza umana risposta nel suo libro “La casa sull’argine”. Ci racconta la saga della famiglia Casadio, famiglia che vive in un borgo con un nome strano, Stellata, molto poetico ma in sostanza un pugno di abitanti, tra le province di Ferrara e di Mantova.

La storia prende l’avvio dall’incontro tra Giacomo Casadio ed una zingara, Viollca, si innamorano e si sposano contro il parere di entrambe le famiglie, e dalla loro unione nasce Dollaro, un maschietto con i capelli corvini e due occhi che la levatrice spaventata definisce così: “Ha due occhi che pare un vecchio!”.
Entriamo così nella storia di questo libro che si dipana tra I discendenti di Giacomo nato nel 1754 e della zingara Viollca fino ai giorni nostri con Federica nata nel 1990. Alcuni di loro hanno le caratteristiche di Giacomo, la pelle e gli occhi chiari ed il carattere dei sognatori ed una grande immaginazione; altri, invece, prendono le doti di sensitiva dalla zingara ed I tratti fisici della sua etnia.
Ma su questa stirpe incombe un fausto presagio: una sera leggendo I tarocchi Viollca ha intravisto una terribile profezia che si abbatterà sui suoi discendenti.

Davvero un bel libro questo della Raimondi, vi consiglio proprio di leggerlo se vi piacciono le vicende che narrano di storia vera, di personaggi complessi e credibili, di fatalità e di convinzioni che possono influenzare le decisioni che si prendono nel corso della vita.
Già, le convinzioni. Ogni giorno, anche se non ce ne rendiamo conto, prendiamo decisioni basate sul nostro modo di vedere e percepire il mondo intorno a noi. Si dice, infatti, che esistano tante realtà per quanti sono gli occhi che la guardano, in effetti la realtà non può esistere senza interpretazione.
Nel procedere della storia, vediamo I vari personaggi contrastare in modo diverso la loro realtà, le scelte che devono affrontare lungo lo snodarsi delle loro giornate che vanno a comporre la loro esistenza. Il nostro modo di vedere la vita ha in effetti molto peso sulla direzione che diamo ogni giorno agli avvenimenti che ci vengono incontro.

In un libro a me molto caro, che fa parte della mia bibliografia di riferimento a cui attingo quando la vita mi conduce ad un bivio, ho letto una frase che ha creato in me una grande àncora emotiva: “Se hai paura nel fare una cosa, significa che la stai affrontando da solo”. Nel senso che attingi solo alle tue (limitate) risorse.
In effetti, possiamo volgerci e trovare forza nella fede o nella spiritualità, ma senza mirare così in alto banalmente possiamo appoggiarci agli amici, alla famiglia, alla rete che la società in cui viviamo ci offre e a tanto altro.
Certo che attualmente l’occulto, la scaramanzia, le credenze limitanti hanno ancora un nutrito seguito, e di fronte all’irrazionale poco si può fare con il razionale buon senso. Penso però che davanti ad una scelta importante può non bastare il “guardarsi dentro” per capire cosa sia giusto per noi in quel momento: potremmo non esserne capaci, non averne la forza, essere indecisi o impauriti dalle ripercussioni future.

Quando devo fare una scelta importante, io penso a che persona posso diventare dopo aver preso questa decisione, non tanto al dove mi può portare quella scelta: la vita accade, purtroppo, e non ho e non avrò mai il controllo completo sulla realtà, anche se ci illudiamo che sia così.
E se un giro di tarocchi può gettare un’ombra sul mio futuro, invece di assillarmi su cosa può succedere davvero nella mia vita penso sia più importante cementare bene I valori su cui voglio costruirla, la mia esistenza: scegliere chi vogliamo essere, è pur sempre sotto il nostro controllo.

per BookAvenue, Marina Andruccioli


Il libro:

Daniela Raimondi,
La casa sull’argine. La saga della famiglia Casadio,
Editrice Nord
ed.2020, pp.400

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