L’Italia che (non) legge

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   Tempo di lettura: less than a minute

copertinaLe statistiche ci dicono che in Italia si legge poco, drammaticamente meno che negli altri paesi. Il lettore forte, come l’Istat definisce chi legge almeno un libro al mese, è una persona che non fa parte della maggioranza degli italiani, è fuori dalla “norma”, E il futuro che si annuncia non sembra migliore. Le differenze per genere, fascia d’età, area geografica, livello culturale e sociale non solo si confermano ma si radicalizzano…

L’autore analizza i numeri di questa incrollabile allergia alla lettura, riflette sul profilo di chi legge, sui suoi gusti e i suoi stili di vita, confronta i dati del programma libro e dell’editoria con gli altri consumi culturali e delinea qualche possibile strategia per poter finalmente voltare pagina.

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2 commenti

  1. Così, tanto per citare dei vecchi dati (2007, se non sbaglio) nel contesto europeo l’Italia è in una situazione imbarazzante.

    L’Estonia con un PIL procapite del 33% inferiore a quello italiano ha una quota di lettori più elevata (l’80%!).

    Stessa cosa per la Polonia che con un PIL pro capite che è la metà di quello italiano ha un quota di lettori di 10 punti percentuali superiore a quella dell’Italia (60% rispetto al 50%).

    Quindi non è certo la ricchezza pro capite ad influenzare negativamente la lettura.
    È l’abitudine al libro a determinare una comunità preparata e informata. A partire dalla famiglia.

    Che poi il sistema-libro determini un effetto positivo sulla crescita economica, be’, solo un economista cretino potrebbe negarlo.
    Tra l’altro l’effetto della lettura può essere distinto dall’effetto del titolo di studio, anzi, i dati dicono che sono proprio i laureati a leggere di meno (!!!). Non è un allarmante?

    Chi saprà puntare coraggiosamente su una vera politica della lettura (e non solo le libreria, ma penso anche al ruolo delle biblioteche pubbliche, patrimonio immenso e sconosciuto) consentirà a questo paese di conservare un istinto di sopravvivenza che ormai abbiamo delegato a terzi.

    Ci sono casi meravigliosi come la Mediateca di San Lazzaro in provincia di Bologna o la biblioteca di Montebelluna in provincia di Treviso, piccoli comuni dove la vera cittadinanza è prima di tutto una questione di libertà e gratuità di accesso al sapere, un sapere che si rinnova ogni giorno e coinvolge tutti.

    http://www.mediatecadisanlazzaro.it
    http://www.bibliotecamontebelluna.it

  2. A leggere oltre i 12 libri l’anno sono meno di 4milioni di persone (il 15% di qquelli che leggono)nel nostro Paese, che praticamente da sole assorbono oltre la metà delle vendite totali dei libri e garantiscono la continuità, forse perfino la sopravivvenza a un settore industriale che fattura poco più di 3MLD di euro che sforna 60.000 titoli nuovi ogni anno e dà lavoro a 40.000 persone, compreso il sottoscritto.
    Se qualcuno non l’ha ancora fatto, ti dico grazie a nome mio e dei 39.999 che rimangono, cara valeria, cara amica mia: abbiamo ancora un lavoro!

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