Scrivere e leggere nell’era di Twitter

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Tema del mese. Scrivere ai tempi di twitter e letteratura di esordio. Ringrazio Carla Casazza e Isabella Paglia per i loro interventi.

Non molto tempo fa, commentando con Paola Manduca il successo di lettori di un suo articolo sulle “sfumature”, il libro dal grande successo planetario di James su BookAvenue, abbiamo convenuto sulla enorme disponibilità in rete di cose da sapere: ogni libro ha la sua recensione anche il più brutto, dicevamo. Ma la quantità di risorse disponibili sulla rete, impongono anche processi di lettura più rapidi tali da fruire di risposte capaci di soddisfare i nostri bisogni di sapere il più velocemente possibile. Oppure è vero il suo contrario? La velocità con cui si legge rende necessaria un’informazione didascalica. Della serie: siate brevi e vi leggeremo.

 

Questa convinzione ha condizionato da quel momento in poi, il nostro atteggiamento in fatto di scrittura: a cosa serve scrivere compiutamente se la condivisione di interessi debbano passare per 140 caratteri? Serve ancora parlare di libri se dobbiamo stare dentro un certo numero di parole sufficienti da essere lette in meno di 5 minuti? E se è così, vale ancora la pena scrivere? Nel frattempo, abbiamo imparato a interagire con i fenomeni ricorrenti nei social: mentre scriviamo, dobbiamo essere sicuri di aver inserito qualche parola/frase memorabile adatta ad essere twittata e/o rilanciata da FB per essere sicuri di catturare l’attenzione di più lettori.

Mentre FB e Twitter sono i principali contenitori e distributori di contenuti, ci sono libri che spiegano come scrivere “short” proprio per adattare quello che si ha da dire sulla base di conquista di molti lettori. Questo fenomeno riguarda tutti coloro che si occupano di produrre contenuti culturali. Lo stesso NYT ha reso pubblico l’articolo di un suo redattore che ha messo in “chiaro” quelle frasi da 140 caratteri capaci di catturare i re-tweet. L’articolo lo trovate sul sito di poynter.org

L’idea del social di lettura e scrittura ha completato il suo tirocinio e costruito le sue fondamenta; i siti che se ne occupano cominciano ad essere numerosi. Vanno da: Il mio libro.it a e scrivere.com, a Wattpad, a Writerdream e molti altri ancora. Esordire, non sembrerebbe più un problema con l’avvento del self-publishing. Ma come si fa a controllare la qualità delle pubblicazioni, come sceglierle o come barcamenarsi tra la sempre più crescente offerta, è assai difficile. Manca il filtro di fondo e, temiamo, la scomparsa della critica letteraria, quella che serve, in fin dei conti, a fare da filtro tra i talenti e la spazzatura e che non sembra essere più necessaria. Ma attenzione: siamo pur sempre il paese dove legge una persona su due e, peggio, solo il 9% dei lettori compra il 40% del valore complessivo del “circolante”. Della serie: non leggiamo ma scriviamo. E molto. La crisi non sembra fermare questi fenomeni che, anzi, stanno crescendo molto velocemente. Di contro, proprio la crisi sembra essere un’ostacolo, il più difficile da superare,  per chi ha scritto e desidera vedere pubblicato il proprio lavoro dall’editore tradizionale: quello che manda a stampa i libri e li spedisce in libreria che, per capirci, continua ad essere il luogo privilegiato di destinazione dei lettori. Tuttavia c’è sempre meno spazio per le 4500 – quattromilacinquecento –  sigle che si occupano di stampare libri (ma sono circa 3700 quelli che fanno davvero questo mestiere) nelle librerie che a causa di quello che sta accadendo chiudono le loro attività una dopo l’altra (200 punti di vendita solo nel 2014). Poi c’è il problema delle concentrazioni: 4/5 gruppi detengono  la quasi totalità del mercato (e degli spazi in libreria). Ma questa è un’altra faccenda.

Parleremo ancora di social, nel frattempo prendendo spunto dal tema; questo mese dedicheremo a questo argomento un po’ di attenzione, cominciando da due articoli. Il primo, quello di Carla Casazza, nostra interlocutrice privilegiata dalla rubrica First Circle, nonché talent-scout di mestiere e della “nostra” autrice di libri per l’infanzia Isabella Paglia che segnala due nuove autrici d’oltremanica al loro esordio. A entrambe abbiamo chiesto un commento e la segnalazione di autori/autrici esordienti.

per BookAvenue, Michele Genchi

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