Buone notizie dal governo: si sono accorti della crisi del libro

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Sono 11 i milioni che il governo ha stanziato nel fondo straordinario per l’editoria nel 2014, all’interno del decreto sulla Pubblica amministrazione. Secondo quanto prevede l’emendamento Lotti, che il 7 agosto è stato convertito in legge dal parlamento, la somma dovrebbe servire per incentivare nuove assunzioni in uno dei comparti che ha sofferto di più la crisi.>>

 

 

ASSUNZIONI ESENTI DA ALIQUOTA. Gli sgravi per le nuove assunzioni, previste nel decreto del presidente del consiglio dei ministri, sono pari al 100% dell’aliquota ordinaria, per un periodo di 36 mesi, se l’assunzione avviene con contratto a tempo indeterminato, mentre sono del 50% della stessa, sempre per un periodo massimo di tre anni, se l’assunzione avviene a tempo determinato.

INCENTIVI AGLI EDITORI IN CRISI. Un’altra novità, inserita nel testo, è l’introduzione di bonus, stock option e ogni altra forma di premio non strettamente legato alla dinamica retributiva, stabilita per contratto e collegata a risparmi sul costo del lavoro giornalistico, in favore dei dirigenti delle imprese editoriali che accedono agli ammortizzatori sociali.

62 MILIONI PER I PREPENSIONAMENTI. Un altro emendamento al decreto Pubblica amministrazione “spalma” fino al 2019 i 62 milioni già previsti per i prepensionamenti nel fondo triennale per l’editoria. E fissa per legge l’obbligo di almeno un’assunzione a tempo indeterminato ogni 3 prepensionamenti.

L’emendamento approvato autorizza, per il finanziamento della 416, la spesa di 3 milioni nel 2014, di 9 milioni nel 2015, di 13 milioni nel 2016, di 13 milioni nel 2017, di 10,8 nel 2018 e di 2 milioni nel 2019.

I PREPENSIONATI NON POSSO COLLABORARE CON LA TESTATA. Nell’emendamento si fissa per legge un altro paletto del Fondo straordinario per l’editoria, ovvero che il finanziamento concesso per i prepensionamenti viene revocato nel caso in cui ai giornalisti prepensionati vengano fatti contratti di collaborazione sia con la testata sia «con un’azienda editoriale diversa facente capo al medesimo gruppo editoriale».

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