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Gli Indiani d’America e la poesia

©donatella guasti donna navajo

Per un lettore nuovo, diciamo così, forse attratto dall’incontro con una potente singola poesia o un poeta, questo raccontare di storie, offre qualcosa di genuino anche in fatto di testo poetico – quindi metrica e suono – rapporto tra questi e la storia e le biografie dei nativi americani. I lettori più smaliziati troveranno conferma dalle letture di provenienza, come il saggio, storico, “Seppellite il mio cuore Wounded Knee” o la famosa raccolta dei nativi americani di G. W. Cronyn.
Francesca Lombardi racconta in un parnaso di storie una tradizione orale prima che scritta arrivata fino a noi.

Come riconoscere un libro brutto da alcuni inequivocabili segnali: premessa

Con questo articolo, si vuole inaugurare un ciclo didattico su come riconoscere – e aderendo al progetto evitare – un libro brutto. Sarà bene intendersi.

Che cos’è un libro brutto? Un libro brutto è una qualsiasi sensazione tra l’amaro in bocca e la grande delusione, un primo appuntamento andato male, un vestito acquistato e poi mai messo; nei casi più gravi è come un bluff amoroso, di quelli che, per fortuna, non fanno troppo male eppure un pochino pesano lo stesso, perché la brutta fine di una storia non è mai bella. Un amico una volta mi ha detto che prova verso i libri brutti la stessa sensazione di quando da ragazzo giocava a pallone e una partita finiva 0 a 0.

particolare copertina del libro di James Renner, Primrose Lane, einaudi editore

L’insostenibile leggerezza dell’imprevedibilità.

La mia amica Paola Manduca dice che sono un lettore prevedibile perché amo certi scrittori i cui libri sono quasi a mono-tema e, peggio, certe scrittrici tipo Siri Hustvedt che sono poco immaginifiche e troppo realiste non fosse altro che, nella fattispecie, è pure sposata con Paul Auster. Il che è tutto dire. La verità è che non sopporta il fatto che le abbia fatto comprare “Quello che ho amato” scoprendo, tempo dopo, che l’ho fatto comprare anche molte altre persone. Sono stato un libraio, dopotutto.

roy ayers

Podcast. Dove nasce il Funky: Roy Ayers

Roy Ayers, artista al quale la nostra discaia dedica questo articolo, è uno dei mostri sacri del Jazz-Funk. Ai molti, è forse meno conosciuto di personaggioni come Marvin Gaye, Isaac Heyes e Chuck Mangione. Tutt’ora in attività, è tra i pionieri del jazz-funk e dell’acid jazz. Da giovane è stato “un fico da paura” a dirla con Francy Schirone nel suo articolo di giro.

Cicilla. foto d’epoca di Maria Oliverio

Storia di un’italiana chiamata Cicilla

Il brigantaggio come lotta di classe. Tema caro a Gramsci e ripreso dalla sinistra più volte. La lettura di “Italiana”, il libro di Giuseppe Catozzella, ammette Davide Zotto nella sua scheda, “funziona e si legge con piacere”. Detto ciò, confessa di non essere riuscito a leggerlo semplicemente come un romanzo lasciandolo pieno di interrogativi nell’ambito storico. Motivo di per sè sufficiente per indagarli e scriverne.

foto di ©francescalombardi

Il Carnevale, facciamo festa

Il termine “carnevale” deriva dal latino carnem levare cioè eliminare la carne; rappresenta il giorno che anticipa la quaresima, un periodo caratterizzato dall’astinenza e digiuno.
Nella Roma antica si celebrava proprio in febbraio la fertilità della terra e l’arrivo della primavera con feste pagane in maschera al dio Saturno (le Saturnalie) e le greche Dionisie ricordano proprio il carnevale così come lo conosciamo ancora oggi.
Francesca Lombardi racconta la feste di alcune nostre città infiammando la voglia di andarci.