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Atlante immaginario’ di Giuseppe Lupo: viaggiare con la fantasia leggendo

Atlante immaginario (Marsilio), il nuovo libro di Giuseppe Lupo fa immediatamente pensare alla leggerezza tanto cara a Italo Calvino. Pagina dopo pagina, l’autore conduce il lettore in un viaggio tra realtà e fantasia attingendo alla bellezza dei pensieri con un volo pindarico sui cieli della vita, dell’arte e della cultura. Attraverso appropriate citazioni, descrizioni di opere e piacevoli aneddoti ricchi di riflessioni è possibile ‘visitare’ luoghi dell’anima e Città invisibili e visibili.

«Ci odiano per quello che siamo», scelta e responsabilità nel capolavoro di Torberg

Riproponiamo alla lettura, l’articolo di Alen Loreti sul libro di Friedric Torberg.

“Qual è il libro più bello che hai letto quest’anno?” Alla domanda di una mia amica, professionista del campo editoriale e forte lettrice ─ capace di doppiare con facilità la cinquantina di volumi letti dal sottoscritto in un anno ─ non ho manifestato incertezze: “Un libro di Torberg”, ho risposto. E lei: “Ma chi, l’ebreo che fuggì alle persecuzioni e finì in California?”. Sì, proprio lui, proprio quel Friedrich Torberg ─ pseudonimo di Friedrich Ephrain Kantor ─ che nel 1943 pubblicò a Los Angeles un piccolo capolavoro finalmente tradotto in italiano da Martino Tranker e proposto dalla casa editrice Zandonai con il titolo Mia è la vendetta.

Domande. È un libro tremendo e straordinario, ben poco adatto al clima natalizio, ma voglio parlarne ora, per evitare che venga assorbito dalle decine e decine di titoli che tra meno di un mese usciranno in occasione della Giornata della Memoria. Se possibile, questo libro va letto prima. Perché prima di altri ha messo in luce i quesiti che i sopravvisuti alla soluzione finale avrebbero dovuto affrontare: perché Dio ─ parola che nella lingua ebraica non esiste, perché esistono solo attributi del divino ─ perché ha potuto permettere l’orrore della Shoah?

Addio a Tomas Tranströmer, il poeta del silenzio

A inizio ottobre del 2011 demmo la notizia del premio Nobel al poeta svedese Tomas Tranströmer. La cosa ci sorprese, non fosse altro per la sola traduzione all’epoca in commercio per Crocetti, una raccolta delle sue opere dal titolo: “Poesia de silenzio”. Ancora oggi, mentre diamo notizia della sua scomparsa, è considerato tale: il poeta del silenzio. Alcuni altri poeti più tradotti in italiano e quindi più noti tra cui Heaney, Walcott, hanno sempre dichiarato un debito di riconoscenza verso lo psicologo – ha fatto per molto tempo questo di mestiere – prestato alla poesia e divenuta, questa, professione a tempo pieno. Sempre che essere poeta, possa considerarsi un mestiere a tutti gli effetti. >>

Scrivere bene è un gioco da ragazzi

“La gente non ha fantasia. Cosa ci vuole a inventare una vampira vegetariana?”, si lamenta Ketty la forchetta.

Ti sbagli Ketty, con questo libro ci si riesce ancora meglio! Tutti abbiamo fantasia, basta stimolarla. I protagonisti di questa storia ne hanno parecchia! L’avventura che devono affrontare, loro malgrado, è tutta frutto della loro fantasia: pensata, scritta, infine vissuta. Funziona così a Scriptoria. >>

 

A est dell’Occidente

La storia bulgara fornisce un terreno fertile per questa raccolta di racconti d’esordio di un giovane quasi trentenne emigrato dalla Bulgaria negli Stati Uniti nel 2001 per frequentare il college. 
La Bulgaria non è né Occidente e né Oriente, ma qualcosa di forte che esiste in ogni bulgaro. Forse per questo lo stile di scrittura di Miroslav Penkov è chiaro e sorprendente, pieno di calore e di saggezza. Uno stile che spiazza e confonde come pochi.

Giornata mondiale della poesia 2015 Unesco. Per Alberto Bevilacqua

La “nostra” giornata mondiale della poesia, Unesco, è dedicata ad Alberto Bevilacqua.

Alberto Bevilacqua è nato a Parma nel 1934, scrittore, regista e sceneggiatore, nonché poeta e giornalista. Nei primi anni cinquanta iniziò a pubblicare i suoi scritti su invito di Mario Colombi Guidotti, responsabile del supplemento letterario della Gazzetta di Parma. La sua prima raccolta di racconti, La polvere sull’erba (Sciascia, 1955, e Einaudi, 2000), ebbe l’apprezzamento di Leonardo Sciascia. Nel 1961 pubblicò la raccolta di poesie L’amicizia perduta (Sciascia). Il suo primo successo editoriale fu il romanzo La califfa (1964). Il romanzo seguente, Questa specie d’amore, vinse il Premio Campiello (1966). Di entrambi i romanzi l’autore stesso curò poi la trasposizione cinematografica, vincendo con Questa specie d’amore il David di Donatello per il miglior film. Nel 1968, con L’occhio del gatto ha vinto il Premio Strega.

Magnitudo apparente di Roberta De Tomi

Confesso che questo romanzo di Roberta De Tomi ha toccato particolarmente la mia sensibilità perché si svolge subito dopo il terremoto in Emilia del 2012 e racconta, tra le altre vicende, quella di un adolescente che ha vissuto il terremoto direttamente sulla sua pelle. Dive vivo io, in Romagna, il sisma non è stato così tragico come nella Bassa Modenese, ma ha scosso noi tutti ugualmente.
E in “Magnitudo apparente” è ben descritta la paura strisciante che continua a gelarti per mesi, il panico ad ogni scossa anche minima, il senso di provvisorietà che ti assale. Roberta De Tomi lo fa attraverso le sensazioni di Nicolò, quindicenne schivo che subito dopo il sisma viene mandato da alcuni parenti a Milano. Qui il ragazzo deve fare i conti prima di tutto con la nuova dimensione della metropoli, lui abituato ad un piccolo paesino. E poi si trova a contatto con una realtà familiare molto diversa dalla propria: una cugina Neet spigolosa e in crisi, un cugino e perfettino che fa brevi e frettolose apparizioni in casa, uno zio freddo e assente, e una zia che ha sacrificato la propria creatività per la famiglia e ora si trova improvvisamente ignorata dal marito e senza obbiettivi.