Alice Munro ha scritto di volere fortemente che «il lettore assista a qualcosa di straordinario – non in quello che succede ma nel modo in cui succede.»
“In fuga” riunisce otto racconti di Alice Munro, tre dei quali sono legati fra loro per la presenza dello stesso personaggio in differenti momenti della sua vita.
I racconti, costituiti come episodi, sono tre: “Fatalità”, “Fra poco” e “Silenzio”.
Uno stile impeccabile, nitido, energico, quello della Munro che confonde sempre il lettore con la sua spavalda purezza.
Il racconto ha un andare sommesso, l’autrice in poche parole sa delineare uno stato d’animo, un tratto distintivo, un episodio e può condurti là dove un fatto repentino, impensato oppure auspicato, trasforma il rapporto del personaggio con la realtà.
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Terézia Mora, Tutti i giorni
Terézia Mora è ungherese di sangue tedesco e croato. Scrittrice nota alla critica e al pubblico per la sua scrittura cristallina, vive a Berlino dal 1990. Ha vinto diversi premi importanti col suo primo libro, la raccolta di racconti “Seltsame Materie”, fra cui l’autorevole Ingeborg-Bachmann-Preis 1999.
E’ una delle traduttrici più apprezzate dall’ungherese in tedesco. Tra i vari autori, ha tradotto in tedesco il romanzo Harmonia Caelestis di Peter Esterházy (Berlin Verlag 2001).
Terézia Mora ha amato molto l’Ungheria ma, con dolore, ha riconosciuto che lì forse non riuscirebbe più a vivere. E’ bilingue, ma scrive in tedesco, la lingua della nonna. Ripudia però il legame con la nazione tedesca, pur rifiutando e disprezzando la definizione di “europea dell’Est”.
Francesco Savio, Mio padre era bellissimo
Francesco Savio è al suo primo romanzo e ha scritto una storia che si legge con piacere, grazie ad una scrittura morbida, limpida, armoniosa e capace di coinvolgere.
Un ritmo lento, dolce e pacato scandisce un’armonia di parole in accordo fra loro. Un libro dai tocchi lievi e delicati, ricco di immagini. Immagini che ti si stampano nella mente, e che portano con sé domande.
Il protagonista è Nicola, un bambino di nove anni che vive metabolizzando un lutto, quello di suo padre.
In certi momenti si sente solo, abbandonato, avverte la sensazione fisica del distacco. Per Nicola, però, la relazione col padre è stata positiva e quindi interiorizza il genitore perduto come una presenza protettiva. Cerca quindi di non perdere la quotidianità che aveva con lui, quasi a voler continuare la relazione, come se questa continuità lo rasserenasse e dirigesse il dolore verso qualche cosa di reale. Si viene così a creare un processo di identificazione del bambino con il genitore che non c’è più.
Massimiliano Naglia, Gli occhi della solitudine
Vedi alla voce: amore.
Ho letto e riletto il libro di Massimiliano Naglia senza decidermi a scrivere qualcosa che fosse degno delle parole lette e capace di convincervi a fare altrettanto.
Gli occhi della solitudine è un libro d’amore, lo dico subito. E proprio perché parla di amore, riflette l’esperienza di ognuno sul proprio. Siamo amati abbastanza? Amiamo abbastanza? Che domande ingenue: come se l’amore si possa misurare in termini di peso senza guardarne la consistenza oppure l’inconsistenza. Ci sono amori che, col senno di poi, misuriamo come tali. Dipende dalla portata degli istanti indimenticabili, a dirla con l’autore.
Mi sono innamorata di un libro
Mi sono innamorata di un libro. Di un romanzo. Detto da me, come si dice in gergo giornalistico, “non è una notizia”. Eppure non accadeva da mesi. Non sono riuscita a dormire fino a che non l’ho finito, poche ore fa. Non riesco a scrivere qualcosa di rigoroso, magari nemmeno di sensato. Tutto è cominciato 4 giorni fa. Sono sempre a caccia di romanzi per Linea Notte, la rubrica della Libraia dell’amore, come la chiama Mannoni che a sua volta ha preso spunto dalla mia Emma, la protagonista di Noi due come un romanzo. Bene, scorrendo il sito Mondadori (di solito vado a comprarmeli in libreria i romanzi oppure li chiedo pietosamente alle case editrici) rimando folgorata dal volto di una donna e da un titolo BIANCA COME IL LATTE ROSSA COME IL SANGUE e d’istinto, poiché il romanzo ancora non è in libreria, chiedo all’ufficio stampa di mandarmi le bozze.
Il libro come mezzo
di Carlo Gambescia
Che rapporto abbiamo con i libri? E soprattutto che tipi di libri oggi vanno per la maggiore? I due quesiti meritano una risposta.
Anche a costo di apparire didascalici dobbiamo subito sottolineare un fatto. Ci sono due modi di porsi dinanzi al libro. Il primo è di considerarlo un fine, il secondo un mezzo. Se il libro è visto come un fine, qualcosa che ha valore in sé, il libro verrà considerato un bene culturale e persino sacro. Non per niente, si è parlato di cristianesimo, giudaismo e islam, come di “religioni del Libro”, con chiaro riferimento alla Bibbia, quale sacra espressione della parola di Dio.
Toro
Questo mese ti serve pazienza. Avresti voglia di chiudere in fretta tutte le situazioni in sospeso e stai impazzendo all’idea di dover aspettare. Questo ti …
Cancro
Il tuo rapporto coi libri è di odio o amore. Di uno scrittore o sai tutto, o non è degno di nota. Come sei messo …
Gemelli
Soggetto mobile e aerostatico, tutti sanno che il tuo è il segno preferito dalla curiosità. E questo mese hai voglia di essere stupito più del …