Cultura e Ricerca per perseguire il “bene comune”: è questa la politica adottata da molti Paesi e che dovrebbe sposare anche l’Italia. Per una crescita sociale, economica e culturale, che assicuri maggior benessere alle generazioni future, non si può prescindere da tale assunto…>>
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La profezia di Francesco Cossiga
Questo è uscito nel maggio del 2010. Tre mesi dopo, il 17 agosto, Francesco Cossiga è morto. O meglio: s’è lasciato morire. Nell’ultimo capitolo, emblematicamente intitolato «Solitudine, caduta e morte del leader», aveva spiegato come la politica sia più di un mestiere. «E’ una droga che non prevede disintossicazioni», aveva detto. Più che una ragione di vita, è la vita stessa. E quando si è costretti a rinunciarvi si finisce spesso per rinunciare a tutto il resto. Si muore, insomma. Come Spadolini, come De Gaulle, come tanti altri di cui Cossiga ha, con involontaria autoprofezia, parlato nel libro.
John Fante. Storia di un autore di culto
STORIA di uno scrittore “cult” riscoperto. Merito, tra gli altri, anche di un festival che lo celebra ormai da qualche anno, in quel paese nei pressi di Chieti che ha un nome familiare e quasi dialettale, un nome che sembra inventato da un gioco romanzesco di fantasia: Torricella Peligna. Lui è John Fante, Denver nel Colorado classe1909, figlio di emigranti. Del padre Nicola aveva quel sangue abruzzese che per metà gli scorreva nelle vene, perché l’altra metà apparteneva alla madre, Maria Capolungo, americana di nascita ma figlia di genitori lucani. Storia antica di immigrati italiani, di operai, muratori come papà Nick, gente povera che aveva una famiglia da sfamare con un salario che non bastava mai.

La paura delle donne. Intervista a Marcela Serrano
Nove donne si ritrovano lo stesso giorno nello stesso luogo, chiamate dalla terapista che hanno in comune, per raccontare la loro storia. Non si conoscono, per cui raccontano le loro vicende dal principio. Insieme alle loro vite, raccontano le ragioni per le quali sono andate in terapia. Natasha, la terapeuta, è la catalizzatrice, il filo conduttore di ogni storia, ma non ascoltiamo mai la sua voce, anche se sappiamo che è presente. Nell’ultimo capitolo conosciamo la storia di Natasha, raccontata da un’altra donna ancora. Sono tutte donne molto diverse tra loro, come dimostrano le loro origini, professioni, età, estrazione sociale e linguaggio.
Bruno Contigiani. La felicità sul lavoro ha i suoi comandamenti.
Lavorare con lentezza è dedicato a tutti quelli che vanno al lavoro pensando di partecipare alla più grande avventura della loro vita anche quando il lavoro fa schifo… o quasi. Sono quelli che stanno cambiando il mondo. Dal basso. Anche se in pochi se ne accorgono. Sono quelli che non hanno abbandonato i loro sogni in un cassetto e non rinunciano a realizzarli, quasi un miracolo all’insegna dello sloworking. Essere ambiziosi e altruisti è una delle chiavi per arrivare alla realizzazione dei nostri piccoli e grandi progetti. Condividere le proprie scoperte con il mondo e fare del proprio stile di vita un nodo della rete da vivere in un continuo open source.
I gattopardi. L’attualità del capolavoro di Tomasi di Lampedusa
Riceviamo e volentieri pubblichiamo dal gruppo di lettura degli Amici del Libro di Montichiari
“Poche ore dopo la mezzanotte del 23 luglio 1957, Tomasi di Lampedusa moriva nel sonno.
Solo un anno prima, quando il mortale destino era ancora ignoto alle righe de Il Gattopardo e alla consapevolezza del suo autore, il principe di Lampedusa andava scrivendo il romanzo che l’avrebbe reso eterno. Non c’è da stupirsi che il primo approccio con lo scritto sia fallimentare, poiché è da studenti che generalmente se ne conosce l’essenza, nel vincolo di un dovere che ruba la bellezza a una memorabile prosa, da qualcuno definita “d’arte”. Il fascino dell’opera si svela poi negli anni, quando scorrendo lo sguardo sopra una fila di vecchi libri, si torna a leggerlo. E Il Gattopardo, tanto per intenderci, «è uno di quei romanzi nei quali, anche quando la macchina del racconto sembra incepparsi o rallentare di ritmo, c’è sempre almeno un motore di riserva che funziona» (Geno Pampaloni)

Aher Arop Bol, Il ragazzo perduto.
Una fiaba sudanese narra di quattro animali – un leone, una iena, un serpente e un ghepardo – che un tempo dividevano una capanna in un piccolo villaggio. Vivevano in perfetta armonia, finché non decisero che avevano bisogno di regole per garantire un maggiore rispetto reciproco. Così fecero una riunione in cui si chiese a ciascuno di illustrare agli altri i propri desideri.
Il primo a parlare fu il serpente. «Sono lieto di informarvi che non ho problemi con nessuno» disse. «Ma dato che la comprensione tra noi è importante, vi dirò che l’unica cosa che odio è essere toccato, anche per sbaglio. Se qualcuno mi tocca, sarò in guerra con lui.»
Tiziano Terzani. Da bestseller a fatto sociale
Il nostro amico Àlen Loreti ha presentato con Angela Terzani a Faenza il 18 ottobre, l’uscita del secondo meridiano di Terzani. E’ stato un bellissimo evento che ha richiamato l’attenzione della stampa. Di seguito pubblichiamo l’intervista che Àlen ha rilasciato ad Andrea Palli per il Fatto Quotidiano.
Anche Tiziano Terzani ha i suoi “Meridiani”. La collana Mondadori che raccoglie le opere dei più grandi scrittori gli ha dedicato due volumi. L’imolese Àlen Loreti ha curato l’edizione con notevole rigore scientifico. Un ingente archivio di documenti, foto e corrispondenze è stato messo a sua disposizione dalla moglie di Terzani. “Sono stati due anni di lavoro intensi. Angela Terzani mi ha fornito moltissimo materiale da esaminare”, spiega Loreti, “ma la parte più impegnativa è stata sintetizzare la mole di appunti, lettere, diari, taccuini e concentrarli in 130 pagine che sono la prima vera cronologia organica della vita di Terzani. Saperla soddisfatta è per me il riconoscimento più grande”.