Il sale dell’amicizia

Il sale, si sa, dà sapore, ma se sparso sulle ferite provoca dolore.

Pactum salis, è un libro sull’amicizia, di come sia sfaccettata, di come possa dare gioia, ma anche dolore. Il titolo, lo si scopre dall’abstract, deriva da un proverbio medievale che definisce  l’amicizia come un patto di sale; e fondamentale era il sale nella società dell’epoca; inoltre quel salis evoca anche la salina della Bretagna in cui è ambientato il libro.
l’intermittente Davide Zotto per il libro di Olivier Bourdeaut

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Storia di un’italiana chiamata Cicilla

Ho letto il libro di Giuseppe Catozzella Italiana e devo ammettere che il romanzo funziona e si legge con piacere. Detto ciò devo anche confessare che non sono riuscito a leggerlo semplicemente come un romanzo.  Questa lettura particolare mi ha lasciato alcune perplessità nell’ambito del contesto storico e vorrei illustrarle.

L’autore ci presenta il brigantaggio come lotta di classe. Una tesi gramsciana, poi riproposta dagli anni sessanta dalla storiografia di sinistra. Interpretazione che attribuisce al brigantaggio un carattere simile al banditismo sociale (si vedano a tal proposito i lavori di Eric Hobsbawn come I ribelli e I banditi[1]), impostazione che ritorna anche in Catozzella con l’immagine del bandito che taglieggia i potenti per ridistribuire ai poveri, i quali in cambio garantiscono il proprio sostegno nelle località in cui dimorano. L’odierna storiografia ha respinto questa tesi.

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Martin Pollak, Il morto nel Bunker. Indagine su mio padre

Come e perché si diventa nazisti?
E’ questa la domanda che si pone Martin Pollack riferendosi alla famiglia paterna. La risposta si trova nella sua indagine. Indagine che ora Keller ha il merito di ripubblicare.
Con una ricerca che si avvale degli strumenti dello storico e di una scrittura brillante, Pollack compie un viaggio alle radici della dissoluzione dell’impero Asburgico e della nascita del nazismo.

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Il cuore inglese sulla graticola della Brexit

Per quanto mi sia fatto tre risate (di cui una grassa), cosa per me rara,  non me la sento certo di dire che il libro si possa definire allegro. Non lo è, anzi molte pagine sono impregnate di amarezza, l’amarezza della sconfitta. Non solo l’insuccesso al referendum, ma la sconfitta di un modo di pensare e di un’idea di società. Ma nonostante questo Middle England di Jonathan Coe è decisamente di gradevole lettura e merita di essere  letto.

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