Arturo Pérez-Reverte: “riconosco il mio passato attraverso i miei romanzi”

   Tempo di lettura: 4 minuti

Il prossimo numero della nostra rivista in uscita i prossimi giorni, sarà dedicato alla Spagna. Carla Casazza, per l’occasione, rende omaggio a uno degli autori più amati e letti della loro letteratura e che ha trovato una grande comunità di lettori anche da noi.

Arturo Pérez-Reverte, classe 1951, è il romanziere contemporaneo più letto nel suo paese, e l’autore spagnolo più conosciuto all’estero, dove i suoi libri sono stati tradotti in 29 lingue. Il 12 giugno 2003 è diventato membro della Real Academia Española de la Lengua, la più alta istituzione spagnola nella lingua e la letteratura.
Si è avvicinato relativamente tardi alla narrativa, esordendo nel 1993 con “Il Club Dumas” che fu subito un grande successo in Spagna; da questo romanzo d’esordio, qualche anno dopo, Roman Polanski trasse il film “La nona porta” interpretato da Johnny Depp. Con “Il maestro di scherma” la sua fama divenne internazionale.

Raccontare storie, però, già da tempo era uno degli assi portanti della sua vita poiché per molti anni è stato inviato di guerra per varie testate giornalistiche e radio-televisive. I luoghi e le situazioni che in quel periodo hanno fatto da cornice alle sue giornate, tornano nei suoi libri, così come buona parte della sua vita. «Tutta la mia vita – ha detto in una recente intervista rilasciata a El Paìs – si trova nei miei romanzi. La possibilità di vivere in luoghi poco convenzionali mi ha dato un modo di vedere le cose particolare e ciò che scrivo è la bilancia di ciò che ho visto. Riconosco il mio passato attraverso questi libri. Credo che un lettore attento riesca a conoscermi bene. Ci sono autori che mentono – tutti mentiamo, ovviamente – però ci solo alcuni che si celano di più, che per diverse ragioni, di strategia, di carattere, si celano nei loro libri. Altri sono trasparenti e li puoi conoscere molto bene. Credo di essere di questo gruppo, di quelli che è facile conoscere. E quel lettore attento che ha letto tutta la mia opera mi conosce meglio dei miei migliori amici.»

I suoi thriller sono intrisi di storia, mistero, riferimenti all’arte e alla letteratura, così da non potersi definire dei semplici romanzi di genere ma una più complessa e affascinante miscellanea. A volte sconfina nell’attualità, come ne ” La regina del Sud” o “Il pittore di battaglie” (il più autobiografico dei suoi libri), ma è chiaro che il passato lo affascina, tanto da avere dedicato una saga al Capitano Alatriste, spadaccino e soldato nella Spagna del XVII secolo. «Sono tra quegli autori che scrivono i libri che vorrebbero leggere. É ciò che mi fa felice, che rende compatibile lavoro e piacere personale, sennò sarebbe un lavoro come tanti altri. Non sono mai stato consapevole del motivo per cui scrivo. Un tempo lo facevo perché era un gesto che mi apparteneva, che mi faceva stare bene. Poi ho continuato perché a cominciare da un certo momento della mia vita scrivere è diventato la mia professione, un modo di vivere degno e gradevole. Ora che posso guardare le cose con più serenità, con l’esperienza che ti danno gli anni e il tempo, ho capito che ciò che facevo realmente era mettere ordine nella mia vita. Come se avessi ordinato la mia vita in episodi, ogni episodio un romanzo per calmare rimorsi, ricordare, convertire momenti amari in felicità, e viceversa.»

per BookAvenue, Carla Casazza


BookAvenue Newsletter

Hey, ciao 👋
Piacere di conoscerti.

La nostra newsletter arriva ogni mese. Iscriviti! Niente pubblicità e promettiamo di non abusarne.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Articoli consigliati