“… Quando sono con i miei amici, a scuola ma anche quando siamo a giocare ai giardini pubblici o in strada sotto casa, devo fare delle scelte, devo prendere delle decisioni.
Visto però che non sono sola devo decidere insieme agli altri devo scegliere le cose che ci mettano d’accordo tutti sennò finisce che litighiamo o non facciamo niente.
E così anche quando dobbiamo scegliere a cosa giocare rischiamo di litigare, e poi finisce che qualcuno non gioca o che resta arrabbiato e così non ci divertiamo.
Come si fa a decidere insieme? Come si fa a non litigare?
Beh, con i miei amici proviamo ad ascoltarci … “ ( pag.8 )[segue ]
In questi giorni di referendum e di risveglio della partecipazione civile, questo libro, capita proprio a fagiolo ed è per me un piacere recensirlo perché trovo la casa editrice a cui appartiene sempre molto sensibile e attenta a tutto ciò che si riferisce alla sfera del sociale e al mondo dei bambini.
Nonostante l’argomento sia un tema “tosto” vi dico subito che il tutto è trattato a misura di bambino, ecco la frase d’apertura che riassume il contenuto:“ Io? Noi ! Decidere insieme si può. Partecipazione? Sembra un concetto difficile … in realtà ci riguarda da vicino! E’ una cosa bella, coinvolgente e, soprattutto, ci aiuta a stare meglio insieme agli altri ! ”
Come vedete il linguaggio è accessibile e semplice e il messaggio arriva senza pedanterie o discorsi noiosi.
Anche la struttura del libro è molto simpatica: un libro quadrato grande, leggero, atipico ma perfetto per il suo scopo, con le pagine che ricordano i quaderni di scuola, le illustrazioni vivaci che fanno pensare ai cartoni animati, la sequenza della storia alle scene dei fumetti e le attività che sono dei veri e propri giochi divertenti ma molto educativi.
I protagonisti sono due bambini Ada e Leo che vivono in un paese dove abitano tante persone diverse e dove capitano molte situazioni nelle quali è importante decidere insieme. Ma come si fa a decidere insieme? Partecipando. Ed è proprio quello che Ada Leo e i loro amici impareranno sperimentando e costruendo dei percorsi e delle pratiche di partecipazione alla vita comune che renderanno il loro modo di stare, con se stessi e gli altri, migliore.
Si sa non c’è Costituzione senza partecipazione, quale modo migliore per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia se non far conoscere la Costituzione ai “cittadini del futuro” e far scoprire l’importanza della partecipazione, fin da piccoli?
Vi lascio con le parole di un grande italiano riportate nella prefazione di questo bel libro che dovrebbe essere presente davvero in tutte le scuole: “ Care bambine e cari bambini, mi chiamo Oscar Luigi, ho già superato i 90 anni, la maggioranza dei quali dedicati all’impegno […] Ognuno di voi ha dei diritti e dei doveri, il primo vostro diritto è quello del gioco! Ogni gioco però, per essere bello ha bisogno di regole, altrimenti senza le regole vince il più prepotente … “
• Oscar Luigi Scalfaro ~ Presidente Emerito della Repubblica Italiana ~
Gli Autori
Anselmo Roveda, giornalista e scrittore, è coordinatore redazionale del mensile Andersen e collabora ad altre riviste scrivendo di educazione, infanzia e cultura.
Valentina Volontè vive e lavora tra la Val d’Ossola, la Francia e Milano. Operatrice sociale, è socia fondatrice della cooperativa Alekoslab.
Chiara Nocentini (illustratrice) dal 1998 al 2002 ha collaborato con “L’Albero Azzurro”
realizzando fiabe animate; collabora con varie case editrici per edizioni scolastiche e di varia.
SCHEDA TECNICA:
Titolo: Ada decide. Pratiche di partecipazione per bambini e ragazzi
Autori: Anselmo Roveda, Valentina Volontè
Illustratore: Chiara Nocentini
Editore: Sinnos editrice
Collana: Nomos
Prima edizione: 2011
Codice EAN: 9788876091841
Formato: brossura formato 21×24 , illustrato
Pagine: 96
Prezzo indicativo: € 16,50
Età di Lettura: (7+)
Grazie Michele,la penso come te ,-)
Leggervi eleggerci è davvero tutta un’altra storia!
isa
Che domenica sarebbe senza la tua presenza?
La scuola forma cittadini prima che lavoratori. Invocare una scuola che forma la forza lavoro prima che la coscienza critica di una cultura del lavoro, è la più grande distorsione e tradimento che la politica possa compiere a danno delle nuove generazioni.
mg