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Tra I tanti tuffi in mare di questa estate così calda ho fatto anche un tuffo nei meravigliosi anni ‘50. Tolti cuffia e pinne ho indossato un sorriso deliziato e mi sono immersa nelle pagine di questo libro di Renzo Bistolfi, fresche come una nuotata nel mare, divertenti come l’allegria che ti trasmette osservare un delfino che gioca tra le onde, eleganti come un abito da sera che si indossa per una cena di gala quando le ferie sono finite, con quella malinconia che ci sorprende nei primi giorni di settembre.
Insomma: se siete nostalgici dell’atmosfera di quei favolosi anni ‘50, questo è proprio un libro da gustare appieno.
Le signorine Garbato, Siria, Mariannin e Santa, sono tre anziane sorelle nubili e cattoliche osservanti, ultime eredi di una antica famiglia perbene di impresari edili, e vivono nel loro appartamento in una delle otto palazzine signorili di Via Privata Vassallo a Sestri Ponente. La loro vita scorre scandita dai pasti frugali, dall’andare a messa, dall’aprire la casa in giorni stabiliti per prendere il the e qualche pasticcino per ciarlare con gli amici o per le visite occasionali di conoscenti che hanno bisogno di un saggio consiglio.
Ma questa serenità viene bruscamente interrotta quando nella loro quotidianità il “male” si insinua sotto forma di un lungo e agghiacciante urlo di una donna.
Questo evento è l’avvio di questa effervescente, divertente e sorprendente storia tutta genovese.
A mio parere il libro è una commistione di atmosfera che troviamo tra le pagine che ci raccontano le indagini di miss Marple, la rarefatta eleganza che si respira nel film “La finestra sul cortile” di Hitchcock e le umane interazioni dei personaggi alla Don Camillo, personaggi che in questo libro sono ben costruiti e ci si affeziona subito alle tre anziane signorine: più di una volta mi sono trovata a sorridere con affetto mentre giravo le pagine a velocità sorprendente, tanto la scrittura era scorrevole e la trama scorre fresca e morbida come un tessuto di seta.
Il marcio si infiltra nella tranquilla routine quotidiana dei personaggi, e come ci spiega Bistolfi nelle primissime pagine, le tre sorelle dividono il genere umano in due categorie ben distinte: quella buona che era rispettabile, cristiana e all’antica, e quella poco raccomandabile che comprendeva tutto il resto.
La mia definizione di distinzione del genere umano, invece, l’ho presa in prestito da Viktor Frankl che scrive nel suo Uno psicologo nei Lagher: “Gli esseri umani si dividono in due categorie, le persone perbene e gli altri”.
Le signorine Garbato incarnano quelle persone perbene che popolano I nostri ricordi, e sembrano proprio solo ricordi. Invece no, non è affatto così.
Non rammento dove ho letto questa frase, che diceva pressapoco così : le persone buone hanno sempre il sopravvento su quelle cattive.
Se non fosse così, non saremmo ancora qui: se le persone cattive fossero la maggiorparte di noi, credo proprio che ci saremmo già estinti da un pezzo.
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per BookAvenue, Marina Andruccioli
Il libro:
Renzo Bistolfi,
I garbati maneggi delle signorine Devoto,
Tea Edizioni
ed.tasc.2023, pp.240
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