Tzvetan Todorov. L’anima del secolo

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La pittura dei lumi di Tzvetan Todorov , edito da Garzanti libri, accende i riflettori sulla scena pittorica di un intero secolo e sulle vedute in cui la nascente Europa affonda le sue radici. Vedute di modelli e di pensiero nelle quali la società si specchia, mentre costruisce la sua identità.

 

La pittura del Settecento, non consiste nella rappresentazione ideale della realtà ma è la realtà stessa ad essere “raccontata”. Ad esempio, gli artisti non scelgono come soggetti delle loro opere i “super uomini” ma gli “uomini”; anche gli emarginati e le emarginate.

Il valore della pittura settecentesca è proprio nella scelta di puntare lo sguardo sui personaggi anonimi e su tutto ciò che attiene il “visibile”, il contesto umano per una “umanizzazione” dello spazio sociale. Non vi è più la volontà di guardare il mondo attraverso il velo dell’allegoria o di travisare la realtà con effetti soprannaturali. In questo “quadro” cambia l’idea del bello che non è più un ideale classico e immutabile, ma una convenzione che varia a seconda dei paesi e dei secoli.

Ecco allora che i maestri europei del Settecento: Watteau, Goya, Chardin, Hoharth, Tiepolo, Magnasco e Piranesi spostano il loro sguardo ora alle immagini, ora ai monumenti, ora alle figure della commedia dell’arte, agli umili, ai musicisti di strada, ai giocolieri, i bohémien, i mendicanti come maschere nelle quali convergono e si fondono caratteri e sentimenti dell’intera umanità.

In tal modo, le vedute di Venezia fissano nella memoria monumenti, colori, atmosfere di luce. Le tele si aprono alle scene teatrali come per Antoine Watteau che cattura i momenti dei commedianti e li fa muovere sul bordo di un teatro a metà tra la realtà e la finzione, tra la vita e la scena e dove il teatro stesso è un’alternanza di sipari, comparse in costume al punto che Rodin afferma “E’ teatro ? E’ pittura? Nessuno Può dirlo”.

Il secolo dei lumi ferma l’immagine sulla sussistenza di quel germe vitale di umana considerazione dello spazio sociale. Un motivo in più per leggere e ammirare, oggi, questo mirabile testo di Todorov , oltre che per apprezzarne la sua bella e intrigante analisi della storia dell’arte e della pittura.

Antonio Capitano

ndr: l’articolo è stato pubblicato per il Fatto Quotidiano

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