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“Ci fingevamo forti, adolescenti duri, così facevamo credere, ma poi tornati a casa, ognuno di noi doveva starsene in silenzio, ad ascoltare e ad obbedire ai propri genitori. A farsi asciugare la traccia di latte sulle labbra dalla sorella maggiore a colazione, a guardare il festival di Sanremo con tutta la famiglia, ad ascoltare il discorso del Papa la domenica mattina.”

Napoli 1985, tre ragazzini camminano incerti sull’orlo del baratro, ai margini di una città dove chi appartiene alle famiglie malavitose ha vite da star, soldi e successo.

Pummarò, Panzerotto e Bacchettone hanno solo quindici anni, famiglie semplici alle spalle che cercano la sopravvivenza onesta e difficile in reti diffuse di illegalità, con nessuna visibile prospettiva di cercare e coltivare i propri sogni.

È così che, senza una chiara consapevolezza delle conseguenze, decidono di tentare anche loro la strada della malavita, perchè sembra l’unica in grado di indurre cambiamenti per diventare qualcuno.

Il furto di una moto costituisce per i tre amici l’inizio della discesa nel baratro, cui seguono furti e una sequenza interminabile di tragedie.

Panzerotto infatti finisce ucciso in un attentato di avvertimento, insieme alla ragazza di cui si era infatuato, la cui unica colpa risiedeva nell’essere figlia di una pasticcera, che mal si piegava alle leggi della malavita.

La morte inaspettata dell’amico apre voragini di paura e dubbio, cui si aggiungono la testimonianza e le parole di un giovane giornalista, figura che nel romanzo è liberamente ispirata a Giancarlo Siani, ucciso il 23 settembre del 1985 nel quartiere del Vomero, per aver troppo indagato sulle reti di illegalità che venivano tessute tra camorra e politica in quegli anni.

Quella sera persi un’amico. E capii che era arrivata l’ora di tornare a fare il ragazzino, di vivere le emozioni della mia adolescenza, di smettere di fingermi grande, lasciare che il tempo facesse il suo percorso. Quella sera capii che Giancarlo era stato ucciso dalla camorra, la stessa che io, Panzerotto e Bacchettone acclamavamo tanto. La stessa camorra che conosceva tanto bene e che raccontava sulle pagine dei giornali. Ucciso perchè usava parole scomode, pericolose, libere.

Un libro forte, di denuncia, in cui le parole sono tessute in modo sapiente nelle viscere della consapevolezza di chi abita quotidianemente la contraddizione di vivere in un luogo meraviglioso ma di respirare tuttavia la stessa aria della criminalità.

Un libro che non dovrebbe mancare dalle mani dei ragazzi, degli insegnanti e dei genitori.

Autore

Alessandro Gallo, si occupa da tempo di teatro di denuncia. Ha collaborato alla regia di diversi spettacoli, tra i quali Tufo, vincitore del Premio Miseno 2008, Agguantame, tratto dal suo omonimo romanzo, vincitore del Premio Miseno 2010. È ideatore e coordinatore del Laboratorio di Teatro per la legalità Vi raccontiamo le mafie, rivolto agli studenti delle scuole superiori di Bologna. Con il romanzo Scimmie ha vinto il premio letterario Giri di Parole 2011, indetto dalla casa editrice Navarra.

Informazioni tecniche

Titolo: Scimmie

Autore: Alessandro Gallo

Editore: Navarra Editore

Codice: EAN 978-88-95756-62-2

Formato: 21×13

Pagine: 74

Prezzo indicativo: € 10 cartaceo

Età di Lettura: (14)

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