Avevo già chiuso il “pezzo” sul re del pop quando è comparso tra le mani il libro edito da Piemme in uscita questi giorni e che fa i conti sulla vanagloria di una famiglia che ha cercato quell’unione intorno al figlio morto che non era riuscita a tenere assieme quando era in vita. Il libro è stato scritto da Randall Sullivan, che viene salutato come un serio professionista del giornalismo investigativo che ha dato alle stampe la sola pubblicazione post mortem attendibile e autorevole che fa i conti con i molti interrogativi che la morte di Michale Jackson ha lasciato in sospeso, compresa l’agonia che l’autore fa risalire a molto tempo prima della morte vera e propria del grande artista.
Ma Michael Jackson è vivo. E’ vivo nelle corde più intime di chi lo ha amato, ascoltato e ballato per anni. E’ vivo perchè la sua musica è viva. Ancora adesso, mentre lo ascolto, (mi) sembra impossibile che della sua esistenza sìa rimasta la sua musica non più riconducibile ad un individuo che non lo è più altrettanto fisicamente. C’è ancora un senso di incredulità intorno alla scomparsa di un artista così grande. Il solo artista ad aver venduto più di un miliardo di dischi, record eguagliato solo dai Beatles ed Elvis. C’è poco altro da aggiungere che non si sappia di MJ. I Jackson five, il gruppo nato con i fratelli ad opera del discusso padre padrone, lo vede già sulle scene a 5 anni. Quel timbro di voce, quel modo di stare sulle scene,la sua musica hanno influenzato più di chiunque altro il pop e il R&B. Per non parlare del suo modo così innovativo di ballare.
Autore grande tra i grandi ha avuto al suo attivo l’album più venduto in assoluto di sempre:HiStory, e considerato, premio alla mano, l’artista del secolo. Prima o poi mi occuperò di Quincy Jones, già trombettista per il grande Lionel Hampton più noto per essere uno dei grandi produttori di musica di sempre avendo dato la luce a grandi professionisti quali Miles Davis, Frank Sinatra, Dinah Washington (e in Italia, Tony Renis). Lo dico perchè proprio nella veste di produttore, insieme a Stevie Wonder e Paul McCartney, del suo primo album, avvierà alla carriera Michael Jackson. Il disco era Off the Wall e ha venduto venti milioni (!) di copie. Raccontare cosa è successo dopo Thriller è inutile: si sa già tutto. Gli valgono otto Grammy. Era il 1984. Se la mala-salute di Michael Jackson è stata una costante negli anni, forse pochi sanno che il suo “sbiancamento” non fu una scelta voluta. Si ammalò, ad un certo punto di una rara malattia che gli rendeva la pelle a macchie. Divenne “bianco” gradualmente e nel giro di pochi anni. Soffriva di una rara forma di vitiligine.
Inutile aggiungere altro: basta andare su Wikipedia, o dovunque altro, per sapere questo e molto altro compreso l’abuso da farmaci al quale, sono convinta, è stato sottoposto. La sua morte è stato un lento omicidio ad opera di una comunità di persone legate tra loro per interesse. Lo stesso giorno della morte qualcuno mandò a casa sua un parente a riempirsi la borsa del danaro contante disponibile. Un vero e proprio atto di sciacallaggio. Ascoltarlo provoca sentimenti contrastanti: la gioia, però, è quello prevalente. E’ un toccasana per i tempi tristi.
Michael Jackson, nel corso della sua carriera, ha potuto sperimentare svariati stili musicali. Inizialmente ispirato al soul della Motown, ha poi coltivato altri generi come rhythm and blues, funk, dance, rock, new jack swing. Grazie ai suoi lavori, ha rotto molti tabù nel mondo della musica, e in particolare ha contribuito alla diffusione della black music presso ampie fette di pubblico e lasciare ai suoi appassionati fan una eredità incredibile di suoni e immagini che nussuno mai riuscirà a replicare. Non in questo mondo, almeno.
Dalla collezione di casa consigli per gli acquisti.
Sono certa che in ogni casa ci sia almeno un disco di Michael Jackson. La sua musica va oltre la questione generazionale. Non è musica che ascoltano solo i “grandi”, per la stessa ragione per la quale si continuano a comprare i dischi dei Beatles. Tuttavia, Thriller, Bad e Invincible sono proprio dei must.
i libri
Ho citato in apertura l’ultimo uscito. Moonwalk, edito da Sperling, è un’altro bel libro, e c’è anche altro in giro, e non potrebbe essere altrimenti.