La vita media degli italiani si allunga e mentre il nostro paese invecchia, altri si svuotano per andare incontro a nuove prospettive di lavoro, come per fare le badanti ai nostri anziani più soli. Nel 2030, secondo il Censis, la crescita della domanda di servizi di assistenza porterà il numero degli attuali badanti a più di 2 milioni. Loro arrivano in Italia e a casa loro restano i figli. Accade in Romania, Moldavia, Ucraina, Polonia o Russia. Li chiamano “Orfani bianchi”, e l’Unicef dichiara che attualmente sono almeno 350mila in Romania, 100mila in Moldavia. Sono bambini che cadono in depressione, rischiano l’alcolismo, l’uso di droghe. Qualche bambino decide di suicidarsi, un atto estremo che riporta l’attenzione su di loro, per un attimo, dopo lunghe attese, troppo dolorose da sopportare, convinti di essere stati dimenticati… >>
Il primo è stato Pavel, undici anni. Un bambino amico del protagonista, che viveva a Lesini, in Romania, e che possedeva tanti giochi che la mamma gli spediva dall’Italia. Sembrava addirittura fortunato, Pavel. Quei giochi erano introvabili da quelle parti e lui li condivideva con gli amici. Sembrava anche felice. Così pensava Florentin.
La storia raccontata in questo libro è importante.
Lesini è un paese di fantasia ma talmente verosimile da passeggiarci in mezzo, accanto ai bambini e ai vecchi che lo abitano. Un paese come tanti in Romania, svuotato dei genitori che lavorano all’estero e popolato da figli e nonni che aspettano il loro ritorno. A volte per troppo tempo. Qualcuno non regge alla morsa della malinconia e decide così di fermare il dolore, tragicamente. A Lesini capita che sia un amico di Florentin a compiere il gesto estremo, giunto a un punto in cui anche una cascata di doni spediti da lontano non produce più suoni e nemmeno sorrisi. Non scalda più. E capita ancora. Il rischio che possa capitare a molti, si annida tra i fiocchi del lungo inverno.
Costel quindi non è il primo amico di Florentin a commettere un suicidio.
“Al funerale c’erano tutti, naturalmente. Un villaggio si stringe sempre intorno ai suoi morti. Un villaggio dovrebbe stringersi anche intorno ai vivi, ma questo non accadeva più a Lesini, paese di vecchi e bambini. Era come una coperta piena di buchi: da lontano sembra ancora tutta intera, ma quando ti avvicini, ti accorgi che non ha più la consistenza giusta per scaldare i corpi che avvolge.”
Florentin osserva e capisce che quando la mamma decide di partire per l’Italia sarebbe stato rischioso. Un saluto indesiderato, fatto a fatica, e pieno di paure. Fortunatamente madre e figlio mantengono una vitale comunicazione tramite internet, un filo robusto che conduce amore, racconti, descrizioni, e allarga le conoscenze e l’immaginazione. La mamma lavora presso un avvocato disabile, a Livorno, e piano piano questa nuova vita allenta quel filo. Lo scambio epistolare, che raccontava i loro mondi e le loro sensazioni, comincia a diventare frettoloso, non più attento e aperto, sincero fino in fondo. Le vite hanno iniziato a imboccare strade diverse. Florentin lo avverte e sente dentro di sé un morso gelido crescere. Sa bene che era la stessa angoscia che avvertirono Pavan e Costel. Spaventato, ma risoluto, decide di non soccombere al male oscuro e scappa, prepara uno zainetto e si mette in marcia seguendo quel filo, nella speranza di trovare l’uscita del labirinto di brutti pensieri. Il viaggio non sarà per niente semplice, ma la determinazione è tanta. Una grande avventura, molto più grande di un bambino.
Questa vicenda fa riflettere. Ci sono aspetti del nostro tempo che ci sfiorano e non sappiamo riconoscere, non conosciamo. Quante volte ci sarà capitato di salutare la signora rumena che fa spesa per l’anziano che assiste, o di incontrare gruppi di donne che si godono la domenica di libertà parlando la loro lingua, a passeggiare o a condividere un pasto in allegria e confidenza. Che cosa sappiamo di loro, delle loro famiglie? L’autrice ci racconta quello che molti non immaginano. La condizione di molti bambini, definiti “orfani”, anche se non lo sono.
La storia di Florentin, vivacizzata da una scrittura che passa dal racconto, con dialoghi rapidi, allo scambio epistolare, coinvolge per l’intimità che racconta, accende l’animo di emozioni. La speranza c’è, e anche l’ottimismo, il coraggio, che attraversano le pagine di tutto il libro. Un ritmo scorrevole e intenso insieme. A volte si deve crescere più in fretta e questo percorso accidentato non esclude lieti fini. Portami con te, è un libro importante perché racconta una vicenda immaginaria ma basata su fatti reali ed è accompagnato dal patrocinio di due associazioni molto attive con i bambini in difficoltà, bisognosi di aiuto: Parada e L’Albero della Vita. In appendice c’è una loro presentazione.
Portami con te è una lettura che riordina le priorità per una vita felice. Ricorda come nessun giocattolo riscaldi il cuore quanto un abbraccio desiderato. Una lettura che fa riflettere e interessante da suggerire a chiunque, anche per riscoprire com’è bello un abbraccio.
Informazioni tecniche
Titolo: Portami con te
Autrice: Fulvia Degl’Innocenti
Editore: Raffaello (collana “Insieme” Raffaello Ragazzi)
Codice: EAN 9788847223622
Formato: 21,5×15,5 cm. Brossura, copertina flessibile cartonata
Pagine: 122
Prezzo indicativo: € 9,00
Età di Lettura: 10