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4 commenti

  1. Intervengo brevemente su invito di Michele. Vuoi per segnalare questo articolo sul Publishers Weekly ─ dove lo scenario per i testi digitali scolastici è spiegato molto bene, http://www.publishersweekly.com/pw/by-topic/columns-and-blogs/soapbox/article/45158-why-e-textbooks-just-make-sense-an-academic-and-a-literary-agent-explain.html ─ vuoi per affermare che l’eBook, integrandosi al libro cartaceo, potrà aiutare (un po’) proprio i mercati “minori” come quello italiano.

    Nonostante i vergognosi tagli alla Dante Alighieri, sappiamo che la lingua italiana è sempre più studiata all’estero (non solo a livello accademico). L’accesso immediato ai cataloghi degli editori italiani avvicinerà ulteriormente la letteratura italiana al resto del mondo.

    Per quanto riguarda il mercato interno ci sarebbe da parlare di legge del libro, rese, promozione della lettura, politiche culturali, formazione, famiglia, scuola, biblioteche pubbliche, librerie indipendenti… tutte parole che non sentiamo mai in bocca alla politica.

    Se penso al destino del libro cerco di vederlo con gli occhi di mia nipote che ha un anno e mezzo. Se ora spazzoliamo con l’indice gli schermi dell’iPad… immaginiamo tra 10-20anni. Forse non servirà più toccare uno schermo, forse basterà il movimento della pupilla, chissà.

    Poi magari, un giorno mi chiederà: “Zio, ho trovato nella tua biblioteca un cofanetto di cartoncino, cos’è?” Le risponderò: “È l’edizione fuori commercio della UTET delle Memorie postume di Brás Cubas di Joaquim Maria Machado de Assis, uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi. Se non lo trovi sul web, allora leggilo, ma a lume di candela!, proprio come nell’Ottocento, il periodo in cui fu scritto. Vedrai, ti sorprenderà.”

  2. Giovanni, siamo in pieno work in progress. Mondadori parte con 90.000 titoli in formato ebook per la piattaforma che mette sul mercato in virtù dell’accordo con Telecom, IBS fà altrettanto e, con le attuali tecnologie DRM, sarà possibile utilizzare anche gli IPAD che hanno venduto nel nostro paese già 200.000 pezzi; per non parlare delle iniziative a riguardo di moltissimi editori indipendenti che hanno o stanno trasferendo il proprio catalogo sul digitale e lo vendono direttamente sui propri siti. Il gruppo Mauri (Longanesi, Corbaccio etc.) fa lo stesso. Insomma, nel nostro Paese si è partiti con forza anche se con numeri limitati rispetto alla diffusione che hanno e avranno quelli in lingua inglese. Moriranno i libri? Non lo credo affatto. Nè bisogna demonizzare questa ulteriore possibilità di fruizione della lettura. Sembrerebbe un paradosso ma, mentre scrivo, penso piuttosto alle battaglie ostatitve che le case editrici scolastiche opporranno al loro utilizzo (in ambito scolastico e accademico) a scapito del peso degli zaini a cui i ragazzi sono ancora costretti. Questa è una rivoluzione di modernità, credo, difficile da fermare, ed è sacrosanto che non si fermi. Del resto, in maniera autonoma, molti insegnanti hanno introdotto alcuni esperimenti formativi e culturali di tipo e-learning per condividere i saperi con quello che la tecnologia mette a disposizione. Sulla questione degli e-book, ce ne siamo occupati, (e continuiamo ad occuparcene come vedi), con un bel articolo di Alen, che invito a intervenire, in occasione dell’uscita del libro di Cataluccio che ti invito a leggere nei libri del mese: http://www.bookavenue.it/il-libro-del-mese/item/331-che-fine-faranno-i-libri?.html Michele

  3. Thanks for question.I don’t know exactly the answer, I believe that Michael or Alen are able to respond better knowing your reality more closely. I agree with your idea that the Italian market is very small and therefore not capable of large numbers. Need to understand what they impact on the sale of books.

  4. Is clear that the American market is much easier because it can count on the universal spread of the language. but our market is very short, I do not understand what prospects will have the actual distribution of ebooks in our country. What do You think will happen to our market?

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