La prima cosa che mi ha colpito di questo piccolo libro prezioso, l’Atlante tascabile delle isole remote di Judith Schalansky, è stata la copertina giallo arancione che fa contrasto cromatico con i bordi delle pagine colorati di blu. La seconda è stata il sottotitolo: Cinquanta isole dove non sono mai stata e mai andrò. L’ho aperto, sfogliato, e mi sono soffermata sulle affascinanti cartine che racchiude. Doveva essere mio! Il mio sesto senso bibliofilo non mi ha deluso e ho letto il libro tutto d’un fiato come se fosse un romanzo giallo. Avrei potuto gustarlo lentamente, un’isola al giorno. Ma mi ha coinvolto talmente che non ho resistito. Judith Schalansky, autrice anche delle illustrazioni, ci racconta senza inventarsi nulla – ciò di cui parla è tutto documentato – ma in forma narrativa, cinquanta isole sconosciute ai più, alcune piccole o piccolissime, che racchiudono storie appassionanti o strane.
È incredibile come in queste isole, sperdute spesso nei recessi degli oceani, abbiano vissuto delle persone per secoli. Alcune di esse oggi sono disabitate, ma sono state popolate persino prima che la cartografia ufficiale assegnasse loro un nome. Leggendo il libro scopro che Floreana, l’isola raccontata da Simenon nel romanzo Hotel del ritorno alla natura, esiste davvero: sapevo che si era ispirato a fatti di cronaca realmente accaduti ma credevo che il nome fosse inventato. Molto suggestiva la storia di Marc Liblin, francese, che da bambino sognava in una lingua sconosciuta e – dopo lunghe ricerche – scoprì che si trattava della lingua di Rapa Iti (Oceano Pacifico, Polinesia Francese). Tale consapevolezza fu solo l’inizio di una incredibile vicenda che sembra uscita dalla fantasia di un romanziere. Mi ha incuriosito anche il racconto sulla norvegese Marie Betsy Rasmussen, la prima donna che mise piede in Antartide, sbarcando sull’isola di Deception (Oceano Antartico) al seguito del marito, il capitano Adolf Amandus Andresen. Ma questo è solo un assaggio di quello che l’autrice racconta nel libro. Un viaggio nella storia e nella geografia da compiere comodamente seduti (o sdraiati) nel nostro luogo di lettura preferito.