Dostoevskij scriveva in mutande perché aveva impegnato i pantaloni al Monte di Pietà, ma lui, appunto, era Dostoevskij, e la storia è vera. Oggi i romanzieri – quanto a tenore di vita e condizioni di scrittura – sono abituati meglio. Soprattutto gli americani, che da bravi professionisti campano di royalties (mica di stile e filosofia). Notizia: anche loro saranno costretti a tirare – un po’ – la cinghia. Da un articolo di Jeffrey Trachtenberg sul Wall Street Journal, infatti, apprendo che l’arrivo degli e-book sta cambiando, e in peggio, le cifre che gli editori anticipano ai propri autori. Trachtenberg racconta la storia dell’agente letterario Sarah Yake e dei suoi inutili tentativi di piazzare a importanti editori newyorkesi il romanzo Sleight di Kirsten Kaschock, che reputava molto buono. Alla fine, autrice e agente si sono ritrovati a valutare tristemente un’anticipo di soli 3500 dollari offerto dalla Coffee House Press di Minneapolis. «Una piccola, piccolissima “frazione” – scrive Trachtenberg – del tipico anticipo pagato da una grossa casa editrice».