Il “segreto brutto” e il misterioso suicidio di una donna ebrea. Non si placano le polemiche occorse intorno al libro di Sergio Luzzatto “Partigia” dove si ricostruiscono i passaggi salienti della breve e sfortunata carriera di partigiano di Primo Levi. E, in particolare, del “segreto brutto” custodito dal grande scrittore a proposito della fucilazione da parte dei partigiani della banda del Col Joux di due compagni giudicati responsabili di qualcosa che filtrerà sporadicamente tra le pagine successive di Levi e che Luzzatto immagina, pur dentro la tragedia della guerra civile e dell’occupazione tedesca, forse esagerata, se non conseguente a “futili motivi”. Cioè il contenuto di un senso di colpa non dicibile.