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E poi…

E poi di Natsume Soseki si apre con un’immagine di estremo isolamento: Daisuke, il protagonista, si sveglia e, voltandosi, vede che sul tatami, di fianco al cuscino, c’è una camelia a petali doppi. E’ convinto di averla sentita cadere nel sonno: un rumore sproporzionato, come il tocco pesante di una palla di gomma lanciata dall’altezza del soffitto. Forse il silenzio della notte fonda trasforma e accresce i suoni, ma per scrupolo, per assicurarsi che il suo sangue pulsi regolarmente, Daisuke si mette la mano destra sul cuore e poi si riaddormenta.

Erik Larson, Il giardino delle bestie

Oggi è difficile sfuggire alla storia in divenire: chiunque abbia uno smartphone è in grado di seguire una rivoluzione e di riferirne al mondo e, anche se l’accesso istantaneo presenta la realtà così come la si riprende, le analisi sono sempre successive: pubblica prima-verifica dopo è, infatti, il linguaggio corrente del web. Sicuramente meglio di quello che successe nella Germania nazista tra il 1933 e il 1934, quando un gruppo di sadici psicopatici assunse il potere di un paese e il resto dell’umanità rimase semplicemente a guardare quello che quel potere voleva far vedere.

copertina

Tracy Chevalier, Strane creature

copertinaTracy Chevalier,
Strane creature
Neri Pozza

E’ il 1811 a Lyme, un piccolo villaggio del Sussex, sulla costa meridionale inglese. Le stagioni si susseguono senza scosse in paese e il decoro britannico si sposa perfettamente con la tranquilla vita di una provincia all’inizio del diciannovesimo secolo. Un giorno, però, sbarcano nel villaggio le sorelle Philpot e la quiete è subito un pallido ricordo. Vengono da Londra, sono eleganti, vestite alla moda, sono bizzarre creature per gli abitanti di quella costa spazzata dal vento.