William è un uomo di scienza e logica. Quando viene portato a una seduta spiritica, rimane incredibilmente colpito da ciò che ritiene siano solo dei “trucchi”. La cosa, tuttavia, muta rapidamente in un’ossessione per dimostrare innanzitutto che l’idea dello spiritismo e dell’aldilà è sbagliata.
Siamo abbastanza certi che, interrogandola sul libro, Marina Andruccioli ci direbbe: “Passi così tanto tempo a cercare di capire dove la trama ti stia portando e cosa succederà, che ti dimentichi quanto ti stia divertendo a leggere una storia vera e intrigante”. Al lavoro, dunque.
neri pozza
L’Hygge riposa all’Akbar Manzil
Come Palazzo Yacoubian al Cairo, L’Akbar Manzil, di Durban in Sudafrica, ricorda la stessa cosa. Dai fasti del passato ad una molto modesta condizione dell’oggi. In questa residenza dove curare le ferite di un grave dolore, la protagonista Sana, riscopre tra le stanze il passato di chi vi è passato prima di lei. Marina Andruccioli non se lo è fatto sfuggire, ovviamente.
Robert Schneider, L’apocalisse.
Francy Schirone, che di musica se ne intende, qui scrive di una storia di musica: quella raccontata in Apocalisse di Robert Schneider. La storia dell’Organo di Neuburg suonato perfino da Bach. L’autore è noto da noi per “Le voci del mondo”. Appunto.
Amitav Ghosh, Mare di papaveri
Cuore di questa saga epica, l’Ibis, un veliero che, negli anni Quaranta del XIX secolo, solca le acque tumultuose dell’Oceano Indiano per combattere la Guerra dell’Oppio, il conflitto che, con il trattato di Nanchino, sancì la definitiva espansione dell’Impero britannico nel mercati d’Oltremare.
Fabrizio Fides scrive per Amitav Ghosh, Mare dei papaveri, il primo vol. della Trilogia dell’Ibis e promette di occuparsi degli anche altri due. Noi lo prendiamo in parola.
Il sale dell’amicizia
Il sale, si sa, dà sapore, ma se sparso sulle ferite provoca dolore.
Pactum salis, è un libro sull’amicizia, di come sia sfaccettata, di come possa dare gioia, ma anche dolore. Il titolo, lo si scopre dall’abstract, deriva da un proverbio medievale che definisce l’amicizia come un patto di sale; e fondamentale era il sale nella società dell’epoca; inoltre quel salis evoca anche la salina della Bretagna in cui è ambientato il libro.
l’intermittente Davide Zotto per il libro di Olivier Bourdeaut
Natalia Ginzburg la corsara
Ho letto Lessico familiare quando avevo 11 o 12 anni e, tra i tanti libri che divoravo già allora nel copioso tempo libero che avevo, fu uno di quelli che amai di più. Perciò mi sono avvicinata a La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg con un sentimento particolare: sono tornata la ragazzina che voleva diventare scrittrice e aveva trovato nella Ginzburg un modello da seguire.
Il libro percorre tutta la sua vita e attraverso le sue vicende biografiche, che in parte abbiamo conosciuto – romanzate – leggendo Lessico familiare, offre una precisa panoramica del suo lavoro di scrittrice, traduttrice, articolista, drammaturga (e tanto altro ancora) e dell’incredibile contesto culturale e politico in cui si è trovata per tutta la sua esistenza, lei, una delle donne fondamentali della cultura italiana del Novecento.
Sarah Perry, Il Serpente dell’Essex
E’ il 1893 e il vecchio Seaborne muore, lasciando soli la giovane moglie Cora e il figlio Francis. Mentre le campane di Londra suonano a lutto, Cora non finge di essere triste. Non sa ancora cosa fare della sua nuova libertà, ma la brezza dell’Essex la chiama: hanno appena scoperto dei fossili a Colchester e lei è appassionata – in linea con la moda dell’epoca – di naturalismo e paleontologia. Un vecchio cappotto maschile e stivali comodi vanno benissimo per immerge le mani nella sabbia bagnata: Cora vuole scavare, scavare… scavare alla ricerca di tesori.
La figlia del boia
Magdalena è orgogliosa della propria famiglia anche se suo padre Jakob e suo nonno Johannes Kulsl sono stati carnefici. Una volta sua madre le aveva raccontato che il padre non aveva sempre fatto il boia, ma aveva partecipato alla grande guerra e poi era tornato a di nuovo a Schongau. Quando aveva domandato a sua madre cosa avesse fatto in guerra e perché preferisse tagliare la testa alla gente lei aveva taciuto e le aveva posato un dito sulle labbra.
A est dell’Occidente
La storia bulgara fornisce un terreno fertile per questa raccolta di racconti d’esordio di un giovane quasi trentenne emigrato dalla Bulgaria negli Stati Uniti nel 2001 per frequentare il college. La Bulgaria non è né Occidente e né Oriente, ma qualcosa di forte che esiste in ogni bulgaro. Forse per questo lo stile di scrittura di Miroslav Penkov è chiaro e sorprendente, pieno di calore e di saggezza. Uno stile che spiazza e confonde come pochi.