Ho finito di leggere questi giorni “Il senso di una fine” di Julian Barnes quasi con un anno di ritardo dal premio che lo ha consacrato in patria con il Booker Prize.
Il libro ritengo sia molto ben scritto e, per quanto contrariamente letto sui blog e nel web dove, pur trovando recensioni molto favorevoli (c’è chi ha parlato di classico della letteratura), molti hanno “spostato” più il merito della scrittura che la storia vera e propria, il libro è molto bello a tal punto che consiglio vivamente di leggerlo.

E poi di Natsume Soseki si apre con un’immagine di estremo isolamento: Daisuke, il protagonista, si sveglia e, voltandosi, vede che sul tatami, di fianco al cuscino, c’è una camelia a petali doppi. E’ convinto di averla sentita cadere nel sonno: un rumore sproporzionato, come il tocco pesante di una palla di gomma lanciata dall’altezza del soffitto. Forse il silenzio della notte fonda trasforma e accresce i suoni, ma per scrupolo, per assicurarsi che il suo sangue pulsi regolarmente, Daisuke si mette la mano destra sul cuore e poi si riaddormenta.
Dave Eggers, più di altri scrittori della sua generazione, è un marchio. Lo scrittore quarantaduenne è stimato in molti ambiti ed è il fondatore di McSweeney’s, una casa editrice indipendente di successo che pubblica letteratura innovativa e che ha un vitale e umoristico sito. E’ alla guida dell’associazione no profit 826 ed ha vinto il TED Prize, il Heinz Award e il Los Angeles Times Book Prize Innovators Award. Ha di recente pubblicato il suo primo libro di pura invenzione dell’ultimo decennio, “A Hologram for the King.” Infatti negòli ultimi anni ha scritto sceneggiature e saggi o opere realistiche permeate da un profondo senso di giustizia sociale come “Zeitoun” (2009) sull’omonimo siriano americano che fu imprigionato in seguito alle sue attività di aiuto durante l’Uragano Katrina, in “What Is the What” (2006) racconta la storia di Valentino Achak Deng, un ragazzo perduto del Sudan.


L’ultimo libro di Amos Oz, Scene dalla vita di un villaggio, é stato pubblicato in Italia nel 2010. Non é un romanzo ma bensi’ una raccolta di 8 racconti, otto brevi sonate in sordina, verrebbe da dire, variazioni sul tema del silenzio e accumunate dal fatto che si svolgono tutte nel tranquillo villaggio di Tel Ilan, in Israele. Sulla quarta di copertina dell’edizione italiana troviamo una frase di Haaretz: “Le cose più importanti sono quelle che rimangono non dette, ma che nella notte, nel silenzio possono essere udite”.
E’ partita dalla tradizione del romanzo rosa. Poi ha aggiunto una spruzzata di amori vampireschi con una tecnica appresa dalla lettura di Twilight, la fortunatissima saga dell’americana Stephenie Meyer diventata un successo planetario. Infine ha aggiunto sesso sadomaso, in dosi abbondantissime. Così ènata una trilogia capace di troneggiare per settimane al vertice delle classifiche americane e inglesi, appena sbarcata in Italia. La prima parte si intitola Cinquanta sfumature di grigio, uscita giorni fa, la seconda in libreria da un paio di giorni, sempre per Mondadori, cambia il colore in nero, la terza – che arriverà il 17 luglio, lo vira in rosso.