Prosegue il racconto di Valeria Belledi su Fedor Dostoevskij tra esperienza personale e critica letteraria e le ragioni per leggere questo gigante della storia della letteratura.
Seconda Puntata.
Leggere Dostoevskij ad agosto. Seconda Puntata

Leggi, Ascolta, Vivi!
Prosegue il racconto di Valeria Belledi su Fedor Dostoevskij tra esperienza personale e critica letteraria e le ragioni per leggere questo gigante della storia della letteratura.
Seconda Puntata.
Spesso, la nostalgia per quello che siamo stati e le cose perdute sembrano impedirci di andare avanti e invece, proprio perché abbiamo lasciato indietro parte di noi, ci consegniamo al nuovo che viene, rinnovandoci. Siamo il tempo che viviamo. Marina Andruccioli, ancora una volta ci richiama all’ordine naturale delle cose alla sua maniera. Questa volta suggerendo la lettura di Pierre Adrian.
Scopriamola insieme.
Può la letteratura predire i tempi con largo anticipo? Sembrerebbe davvero di sì. La nostra collega e amica Valeria Belledi, studiosa di letteratura russa, ci invita a leggere il gigante della letteratura non attraverso un elenco di libri da leggere ma con una lunga conversazione e racconto personale. Un viaggio letterario che mette insieme le testimonianze di eventi terribili di ieri e l’attualità dell’oggi.
Un viaggio che testimonia il divenire lettori che ci terrà compagnia nel mese in tre tappe.
Questa è la prima.
Alcuni motivi per spiegare l’amicizia tra uomini.
Perché è la prima persona che ti viene in mente se devi condividere una gioia o un dolore.
Perché, se gli hanno messo 5 by-pass, sei stato male come se li avessero messi a te e se hanno messo 4 viti nella tua schiena, e lui è venuto a trovarti per primo, si è così immedesimato che quando è uscito zoppicava.
Perché quando una volta quando stavi per fare una sciocchezza grande hai lasciato un biglietto per lui.
Perché quando, dopo aver condiviso per anni lo stesso quartiere e i tuoi hanno cambiato casa, hai pianto.
Perché quando è nata tua figlia, al primo Natale le ha fatto un regalo e le ha scritto un biglietto bellissimo che lei naturalmente non poteva leggere, ma tu sì.
Perché quando ti chiede “come stai?” vuole sapere come stai.
Perché in ogni passaggio della tua vita degli ultimi vent’anni c’è stato.
Perché è un milanista ormai disilluso e tu un interista illuso.
Perché potete dirvi anche no e nessuno si offende. Ma più spesso è sì.
E soprattutto perché più che i dati e le ricerche, è vero quello che viviamo.
Marina Andruccioli racconta il libro di Eschkol Nevo per raccontare le sue. Noi l’amiamo per questo.
Non molto tempo fa, rispondendo alla richiesta di consigli di lettura della nostra amica Paola Manduca, abbiamo finito inevitabilmente a parlare di letteratura. Non facciamo i critici letterari per mestiere, intendiamoci; siamo solo un gruppo molto eterogeneo di persone che condividono da diverso tempo una grande passione per i libri, motivo sufficiente per scambiarci alcune esperienze di lettura. Talvolta queste esperienze diventano cosa scritta per i lettori di queste pagine.
Di quel breve scambio di messaggi, mi è rimasta impressa una fulminante considerazione di Paola a proposito di quelli che lei definisce libri furbi. .
I quindici racconti di Danza delle ombre felici sono la prima raccolta di racconti di Alice Munro uscita nel 1968.
La scrittura della Munro sorprende ogni volta per il modo in cui riesce a imporsi con disinvoltura. Il suo tocco delicato porta con sé una sorta di libertà gioiosa, garbata, ma anche qualcosa che mai avremmo ritenuto possibile. Marco Crestani, puntuale e garbato, nelle Letture.
Un thriller che sconfina nel paranormale e che, grazie alla forza espressiva delle illustrazioni, sorprende in un inquietante crescendo, fino all’imprevedibile colpo di scena finale. Marina Andruccioli rivela la sua passione per l’horror. I brividi sono a portata di click.
1617, Norvegia nordorientale. In una funesta vigilia di Natale, il mare a Vardø si è improvvisamente sollevato e una folgore livida ha sferzato il cielo. Quando la tempesta si è acquietata in uno schiocco di dita, così com’era arrivata, le donne si sono raccolte a riva per scrutare l’orizzonte. Degli uomini usciti in barca non vi era, però, nessun segno.
Alle donne di Vardønon resta dunque che un solo compito: mettere a tacere il dolore e cercare di sopravvivere.
Carla Casazza fa cronaca di una lettura, parole sue, “commovente e realistica che non si dimentica facilmente”. Noi le crediamo da sempre.
Il Sole dei morenti è l’ultimo libro di Jean-Claude Izzo prima della sua prematura scomparsa. Il libro sembra essere il suo testamento contro il dolore e la sofferenza dell’umanita messa al margine delle nostre vite messe al sicuro dai consumi quotidiani. Marina Andruccioli si lascia violare nell’intimo dalla lettura del grande autore, restituendoci ancora una volta un ritratto di se. Noi, per questo, l’amiamo già da un po’.