Il 1 dicembre 1991 il New York Times pubblicò un articolo che a suo modo avrebbe cambiato la storia. Si trattava di un racconto in prima persona intitolato Grady’s Gift (Il dono di Grady) e l’autore era Howell Raines, un editorialista che sarebbe stato tra i più feroci critici di J.W. Bush. L’anno successivo l’articolo ottenne il Pulitzer Prize for Feature Writing, il massimo riconoscimento del giornalismo mondiale. Dieci anni dopo invece, Raines sarebbe diventato direttore del giornale e il Corriere della Sera avrebbe titolato: “Il New York Times svolta a sinistra”.
mondadori
Splendore. Il nuovo libro di Margaret Mazzantini
Anticipazione. Da oggi in libreria il libro di Margaret Mazzantini che si annuncia “forte” e bellissimo.
Guido e Costantino nascono nello stesso palazzo, a Roma. Guido abita all’ultimo piano, è figlio unico, la sua mamma è un’attivista molto radicale, sempre presa da grandi battaglie che la tengono lontana da lui, e anche suo padre lavora moltissimo. Le sue giornate dopo la scuola trascorrono in solitudine nella grande casa ombrosa, aspettando per ore il rientro dei genitori mentre la tata di turno stira nella sua stanza. Costantino, invece, è il figlio dei portieri dello stabile.>>
Garden
Le saghe vampiresche, che dopo i maghi hanno preso il sopravvento, fanno bella mostra di sé sugli scaffali di molte librerie. Spaziare tra la varietà dell’offerta di lettura è spesso sorprendente e i nostri ragazzi hanno recentemente scelto nuove correnti, come il genere distopico, e il successo della trilogia Hunger Games di Suzanne Collins lo dimostra. Non a caso Garden è presentato in libreria come un “Hunger Games italiano”. La citazione dimostra che questa è una nuova scia di successo che fa proseliti. Il paragone tra le due storie è inevitabile per chi ha letto la trilogia della Collins e presentano indubbie similitudini, va concesso però che alcune rientrano nelle caratteristiche di questo genere letterario.
Garden non ne è quindi un clone.
Italo Calvino e i sentieri della scrittura
Bookavenue festeggia il 90mo compleanno di Italo Calvino con l’articolo di Antonio Capitano. Al grande autore, proprio per l’occasione, sono dedicate diverse manifestazioni nel nostro Paese.
La vita di una persona consiste in un insieme di avvenimenti di cui lìultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l’insieme. Italo Calvino questi giorni avrebbe compiuto 90 anni. Un Gigante della letteratura, che ancora attira l’attenzione sul significato delle sue parole che riescono sempre ad andare oltre.
Perchè dare il Campiello a Ugo Riccarelli
Se tutto rischia di morire, che almeno il filo della vita di questo luogo possa arrotolarsi e srotolarsi attraverso le sue parole” pensò l’Annina in quelle giornate di nuova solitudine – e se proprio un filo c’era, nelle sue storie, allora le sembrò che narrarlo fosse il solo scopo di tanta vita. Così scriveva Ugo Riccarelli ne Il dolore perfetto a sottolineare il potere salvifico della parola e del racconto “Credo fortemente nella forza della narrativa, del raccontare come esigenza anche proprio ancestrale, fisica delle persone. Il raccontare e raccontarsi. Raccontare le proprie storie minute, che incollate una assieme all’altra formano poi la Storia”. Raccontare storie è stato per Ugo Riccarelli uno straordinario strumento per tenersi attaccato alla vita già dal suo libro d’esordio, Le scarpe appese al cuore, una sorta di diario del periodo in cui fu sottoposto al trapianto di cuore e polmoni. E cucire la vita e cucire le storie è diventata la cifra caratteristica della sua scrittura insieme alla capacità di rovistare nella Storia attraverso le storie dei singoli, delle persone più semplici.
Fight Club avrà un sequel
Chuck Palahniuk ha confermato che si è messo la lavoro per scrivere il sequel di Fight Club romanzo bestseller e poi cult movie (regia di …
Luzzatto sul partigiano Levi vuole solo “épater les bourgeois”
Il libro di Sergio Luzzatto sul partigiano Primo Levi e l’uccisione da parte della sua banda di due compagni, è diventato un cold case: dalla lettera alla Stampa dei parenti di una delle vittime i motivi dell’omicidio sembrano diversi da quelli ipotizzati dall’autore di Partigia. Pretendere di capire attraverso l’esperienza individuale di Primo Levi la “zona grigia” della Resistenza o “guerra civile” del ’43-’45 è un’impresa bizzarra per uno storico. Il fuoco amico è frequente in guerra e, quindi anche in formazioni armate politicamente e culturalmente eterogenee, in qualsiasi tempo e luogo. Nelle bande partigiane vi furono conflitti di ogni tipo, rese dei conti, omicidi, etc., e concentrare tutta l’attenzione su Primo Levi per spiegare questi fenomeni è piuttosto singolare.
I Fenici scoprirono l’America duemila anni prima di Colombo
L’America fu scoperta dagli abili navigatori Fenici, già prima dei Romani, ma poi fu dimenticata. A sostenerlo è il fisico Lucio Russo che nel suo libro “L’America Dimenticata“, edito da Mondadori Università, evidenzia un errore sistematico presente nelle carte geografiche dei secoli successivi e che secondo il fisico rappresenterebbe una prova inequivocabile dei contatti tra le popolazioni del Mediterraneo del II secolo avanti Cristo e le isole delle piccole Antille.
La sfortunata carriera del partigiano Levi
Il “segreto brutto” e il misterioso suicidio di una donna ebrea. Non si placano le polemiche occorse intorno al libro di Sergio Luzzatto “Partigia” dove si ricostruiscono i passaggi salienti della breve e sfortunata carriera di partigiano di Primo Levi. E, in particolare, del “segreto brutto” custodito dal grande scrittore a proposito della fucilazione da parte dei partigiani della banda del Col Joux di due compagni giudicati responsabili di qualcosa che filtrerà sporadicamente tra le pagine successive di Levi e che Luzzatto immagina, pur dentro la tragedia della guerra civile e dell’occupazione tedesca, forse esagerata, se non conseguente a “futili motivi”. Cioè il contenuto di un senso di colpa non dicibile.