Quando il Blues suona, il silenzio si impone. Non lo dico certo per emozioni personali. Non lo dico perché il Blues è il primo amico nei momenti di sofferenza e il primo a scuoterti nei momenti di esaltazione… No. Lo dico perché quando il Blues ha l’opportunità di far uscire tutte le potenzialità dei musicisti, ci troviamo immersi in un miscuglio di suoni di chitarra, piano,fiati, batteria e armonica irraggiungibile. Troviamo la massima espressione della musica Pop / Rock, perché possono suonarla solo degli strumentisti con le p… e, perché non lascia spazio alla retorica nei testi, perché la voce è sempre al massimo della sua espressione: non è possibile cioè sviare grazie a mezzi e mezzucci dalla qualità. E dall’improvvisazione, dal groove, dal mood della band: un Blues si fa anche al momento, e si improvvisa, si innescano alchimie particolari. E’ per questo che John Mayall, con questo e altri dischi, è uno dei pochi bianchi che dopo il periodo florido dei bluesmen neri d’America, è riuscito a portare avanti una musica che altrimenti sarebbe vissuta solo in quei vecchi long playing.