Una storia di guerra e di buio in un paese della Normandia: Saint-Malo dove, i due destini opposti di Werner e Marie-Laure convergono e si sfiorano in una limpida bolla di luce.
Ancora una bella operazione di scavo di Marina Andruccioli. Con gli attrezzi propri dell’archeologo delle anime, cerca di sciogliere i nodi del cuore proprio e dei personaggi di questo racconto di Anthony Doerr.
Il link al Clare de lune di Debussy in coda all’articolo, renderà piacevole le riga.
marina andruccioli
Come un battito d’ali
Marina Andruccioli lo racconta da un po’. Il dolore ci rivela noi stessi. Senza dolore, raramente si riesce a crescere, a diventare esseri umani migliori, più consapevoli. Chi ha paura di passare attraverso il dolore, ha paura di vivere. Vive in un eterno presente, senza mai avere il lampo dello stupore, della gratitudine per quello che la vita potrebbe ancora riservargli.
Viviamo ormai tutti in un eterno presente, intrattenuti da distrazioni virtuali, asserragliati nelle nostre piccole infelicità, per paura di affrontare quello che non conosciamo.
Il libro è quello di Carrisi, L’educazione delle farfalle: come per la protagonista, è proprio quel che non conosciamo che ci rivela chi siamo, che porta alla luce quella parte nascosta e sorprendente di noi capace di trasformarci da passivi fruitori dei giorni in attivi viandanti pieni di meraviglia, capaci di amare e di riconoscere nell’amore il significato più profondo della vita.
Emozioni, ovvero l’alchimia della trasformazione
Possiamo intendeerla come vogliamo. Un cammino, un ponte, una traversata e via così. La vita è quella che è, quella che viviamo. Spesso qualcosa va storto e dobbiamo porvi rimedio. Marina Andruccioli, non si smentisce. Di vita, spesso la sua, parla volentieri. La scusa, come sempre è quella di un libro. Oggi, quello di Chiara Gamberale, Per dieci minuti, prossimamente nelle sale.
Alice Walker, Il colore viola
l colore viola conquistò il pubblico e la critica americani per il candore con cui affrontava temi universali come il razzismo, la violenza di genere, la sessualità femminile, vincendo l’anno successivo il Premio Pulitzer e il National Book Award.
Marina Andruccioli si misura, nel modo che abbiamo imparato a amare, in una preziosa operazione di scavo letterario e che fa di BookAvenue quello che è. Altri non siamo che animatori di libri vecchi e nuovi.
Di ombre e di solitudini
1939. L’Italia si prepara a vivere l’ultimo Natale di pace, ma un omicidio squassa il ventre della città. Quanta solitudine che c’è. In Europa la guerra è cominciata, eppure da noi qualcuno si illude ancora che sia possibile tenerla fuori della porta. Il resto dovrete scoprirlo nelle parole di Marina Andruccioli per il libro Soledad di Maurizio De Giovanni
La bombetta inconfondibile di Charlot
Quello che emerge da queste pagine è la storia di una monumentale solitudine che riporta la lotta instancabile ed ostinata contro la miseria che il mondo getta impietosamente addosso a Chaplin e la sua famiglia. Vagoni di sventure consacrano il piccolo Charles, che racconta il difficilissimo inizio e una esistenza ardua ma dignitosa mai sbeccata o sgualcita da una lacrimevole autocommiserazione. Il grande attore inglese descrive tutto senza filtri, finanche la smodata ricchezza, con un’immancabile ed inaspettata delicatezza.
Quale miglior esempio per Marina Andruccioli, che fa ricorso a questa lettura per offrirci una bussola per tempi agitati.
Parenti serpenti
Dalla Treccani. Brancolare: Procedere a tentoni, senza vedere, alla ricerca della direzione giusta; annaspare. Quante volte abbiamo sentito o letto: “la polizia brancola nel buio”; il che significa il più delle volte andare a sbattere il muso contro un ostacolo che non si è visto. Spiace dirlo: dagli investigatori, in specie in certi gialli, ci si aspetterebbe di più. Ad aiutare il lettore verrà in soccorso Ernie, il protagonista, tra tanti, del romanzo “hard boiled” ma non troppo – c’è pure molto da ridere – di Benjamin Stevenson recensito dalla bella penna di Marina Andruccioli.
Ah! I fiori nell’immagine sono un’indizio.
Dimmi come viaggi e ti dirò chi sei
La storia del viaggio non è ancora considerata come una scienza da studiare. Si attinge all’esperienza della mobilità umana per esprimere il significato della morte, della struttura della vita, di un cammino, ecc. Il viaggio è un’esperienza di mutamento continuo, è famigliare e comune ma proprio per questo è un problema capire gli effetti del viaggio sugli individui/società/culture perché solitamente vengono dati per scontato. Il termine travail inglese indica “viaggio” ma ci ricorda anche la parola “travaglio” e in effetti per un primo periodo il viaggio era visto come un qualcosa da sopportare, una prova, spesso pericolosa, un mutamento che logora chi è destinato a compierlo.
Marina Andruccioli mentre recensisce il libro di Enrico Franceschini, tenta una possibile traduzione: quella del singolo di fronte alla strada. Tra storia personale e racconto, come lei ci ha abituati.
Equilibrismi e regole di vita
Nelle mitologie antiche il Caos è quasi sempre contrapposto al Cosmo, nel senso di universo disordinato il primo e ordinato il secondo. Ma qui non c’entrano Platone, i miti greci, indiani e cinesi sulla creazione dell’universo finanche la meccanica quantistica di Prigogine o le teorie di Mandelbrot sui frattali. Qui caos e ordine sono distintivi i caratteri dei personaggi del romanzo breve di Erri De Luca. La recensione di Marina Andruccioli chiarisce fin troppo bene il loro e sotto sotto, il nostro.