Stavros Topouzoglou ha vent’anni e una valigia piena di sogni. C’è qualcosa in lui che è al tempo stesso fragile e intenso, tenue ed energico.
Vicino a lui lavora Vartan Damadian. Ha il viso scuro, un grande naso, la fronte bassa, i capelli folti e le labbra carnose.
E’ il 1896 e Stavros e Vartan sono in Anatolia, una terra di commovente bellezza, una terra verde e fertile che da sempre è un crogiolo di razze e culture. Da lontano vedono il Monte Erzus, con l’armonia delle sue forme, la sua vetta e i fianchi coperti di neve.