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La scomparsa di Paco De Lucia

Un chitarrista, semplicemente un chitarrista si definiva Paco de Lucia. Lui, invece, era un musicista di fama mondiale che ha abbagliato il pubblico con i suoi ritmi di flamenco e la sua fulminea velocità con cui faceva lavorare le dita sulla chitarra. Paco De Lucia ha forse ricevuto il dono di una buona morte anche se improvvisa, inaspettata, istantanea. Era su una spiaggia del Messico a Cancun, come raccontano le cronache, con la sua famiglia. Aveva appena finito di giocare con i figli, Aveva 66 anni. 
Un portavoce del sindaco della città ha riferito, confermando la notizia e le modalità della scomparsa del grande musicista che è morto per un infarto, quasi scusandosi del fatto che lo stato delle leggi locali non consento di dare altre informazioni che quelle più immediatamente disponibili.>>

Podcast. Storia minima del Soul vol. 2: Otis Redding

Chissà perché capita, ad ognuno di noi, sentire quella tipica stretta al cuore ogni volta che ci mettiamo all’ascolto delle prime note di I’ve Been Loving You Too Long. Come sarebbe senza? Del resto, Otis Redding è stato il cantante soul più influente degli anni 60, forse il più grande, il più importante. Mio padre lo ascoltava, mia madre lo ascoltava, e tutta quella generazione che ha messo al mondo la mia, l’ascoltavano. La sua voce dall’anima profonda, gli arrangiamenti della sua musica, il professionista che ha fatto “aggiornare” l’R&B nell’anima moderna che ora ascoltiamo.

Podcast. Storia minima del Soul, vol. 1. Sam Cooke

Oggi è fin troppo facile apprezzare il pop, in specie quello di alcune straordinarie interpreti, mi riferisco a Beyonce, Alicia Keys, la stessa Anita Baker, tanto per fare tre esempi facili facili. Mi sono interrogata spesso sulle origini del blues e ripromessa di auto-guidarmi alla scoperta di qualche autore con l’aiuto di qualche libro e della mia enciclopedia su due gambe: il mio due di coppia, che è venuto in soccorso con un paio di dischi dalla “sua collezione privata” di: Otis Redding, Wilson Pickett, e ultimo, Sam Cooke (chiama così la raccolta di dischi che tiene separatamente da altri: una sorta di Sancta Santorum della collezione jazz di casa!).

Podcast. Al Green: let’s stay together

Ancora oggi il grande nero (o negro?, non vorrei offendere nessuno, mi si creda. fs) del blues continua a girare e fare concerti. Al Green ha 67 anni e non li dimostra: i suoi concerti sono sempre sold out. Come molti della sua generazione si augura di finire il suo giro il più lontano possibile, sul palco. Se c’è un Dio del blues, sono convinta, lo accontenterà. La rivista Rolling Stone lo ha collocato al posto n. 65° dei più grandi di tutti i tempi; è un pò come quando le squadre di calcio ritirano la maglietta di un calciatore che è stato grande. Quel posto non glielo toglie nessuno.

Podcast. Le GGG di Patti LaBelle: Genuina, Gioiosa, Generosa.

Il suo ultimo album è del 2008, ha per titolo Rollour e, tra questo e il primo Sleigh Belles, Jingle Belles, and Bluebelles (con le Bluebelles) non c’è stata alcuna interruzione: ha praticamente cantato  ininterrottamente dal 1962 e pubblicato quasi un album all’anno di 46 anni di una fantastica carriera. Patti LaBelle è un mito per il mio due di coppia; alla fine degli inizi anni 70, so’ da sempre, era conduttore di (Flashback) un programma di una radio FM locale. Era quasi adulto e, mentre tutti si interessavano di hardrock, lui, oltre a prendersi a botte con i suoi avversari politici – ma in quegli anni era normalissimo – imparava ad ascoltare il r&b e soul.

Podcast. Storia breve di un bravo ragazzo: Anthony Hamilton

Se a qualcuno venisse l’idea di aprire la home del suo sito, si accorgerebbe subito del saluto ai papà e alle mamme (all around the world) in occasione delle loro feste. Bene, e se a questo uniste la bella faccia pulita che ha, vi convicereste del fatto che questo bravo artista R&B è pure un gran bravo ragazzo. Infine, a scavare un pò, si scoprono alcune qualità che rendono l’artista Anthony Hamilton, anche un apprezzabile personaggio pubblico: ha un gran da fare con le attività sociali una, in particolare, si occupa di sostenere (anche economicamente) l’affidamento famigliare di bambini, in particolare gli afro-americani. Lui stesso ne ha adottato uno pur essendo già padre già di altri quattro (due di loro sono gemelli).

Podcast. Happy birthday Mr. Wonder

Sto percorrendo la strada che da Montpellier va verso il mare a Perols, una delle più belle, forse, di tutta la Provenza, mentre la radio sta mandando Joy Inside My Tears. Credo di aver passato soli alcuni momenti di trascurabile felicità tali da rimanere impressi nella memoria: questo è uno di quelli e ve lo regalo.

Stevie Wonder ha scritto e cantato alcune delle più belle canzoni di tutti i tempi. Song in the key of life, da dove è tratto il brano citato, Music of my mind, Conversation Peace, My Cherie amour, sono album che resteranno per sempre nella memoria collettiva di più di una generazione di appassionati di blues.

Podcast. Un talento che non è di questo mondo. Aaliyah

Aaliyah Dana Haughton ha iniziato a seguire lezioni di canto poco dopo aver imparato a parlare. Determinata a essere una star, ha firmato il suo primo contratto con la Jive Records all’età di soli 12 anni. E come promesso a se stessa è divenuta una star 1994. Mentre tornava a casa dalle Bahamas per una registrazione di un video musicale per promuovere il suo album omonimo, nel 2001, un tragico incidente aereo l’ha uccisa insieme agli altri otto membri della sua troupe. Aveva 22 anni quando è accaduto.

bill friser

Podcast. Il chitarrista che venne dal freddo. William “Bill” Frisell

Nel corso degli anni Bill Frisell ha contribuito al lavoro di un sacco di gente come, Elvis Costello, Ginger Baker, la…Los Angeles Philarmonic, Suzanne Vega, Marc Johnson, John Scofield, Jan Garbarek, Lyle Mays, Vernon Reid, Julius Hemphill, Paul Bley, Wayne Horvitz, Hal Willner, Robin Holcomb , Bono, Ryuichi Sakamoto, Brian Eno e un bel pò di altri artisti. 
Questo per dire che, molto spesso, sottolineo il mio personale legame riguardo artisti dal nome “importante” dimentica, invece, che a parlare di jazz non si finisce mai.