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Podcast. La storia la fanno le donne parte 4: Oleta Adams

oleta adams

I Tears for Fears sono stati per un lungo periodo di tempo una fissazione del mio due di coppia. Ho ascoltato la loro musica con vent’anni di ritardo e non li ho mai apprezzati del tutto anche se i due, Curt Smith e Roland Orzabal, hanno origini, artisticamente parlando, da cantanti come Elvis Costello o i Jam fino a certi gruppi post-punk tipo i Talking Heads o Brian Eno che hanno molto influito sulla loro musica. Erano gli anni ottanta in fondo: tutto il mondo ballava il pop di quegli anni compreso il giovane studente di filosofia che fu il mio sposo.

Podcast. Milton Nascimento. Il Brasile è nato cantando

foto autoreQuando è arrivato il pacchetto da Milano (in gergo si dice “passaggio interno”), sono stata molto, molto contenta. A Roma non ero proprio riuscita a trovare questo disco: Novas Bossas, la cui recensione, letta su una rivista jazz, mi aveva talmente colpita da obbligarmi all’acquisto. Sto parlano di Milton Nascimento e mi scuserete se, alla ripresa della mia rubrica, parlerò di un artista che con il blues ha poco da scambiare mentre nella sua musica jazz si trova moltissimo dell’influenza della musica popolare brasiliana e molte tracce del pop,del rock ma anche della …samba.
Lo dico subito: il disco è be-lli-ssi-mi-ssi-mo. Dentro ci trovate pezzi come Dias Azuis o come, O vento, e altri come Checa de Saudade, che mi hanno ricordato alcune melodie di Let’s let lost del grande Chet Baker.

A passeggio con Charles Mingus

Raramente capita di pensarci, ma stamattina mi sono accorta di abitare a Roma. So bene che state pensando che sia impazzita improvvisamente ma se resistete qualche minuto tento di spiegarvi come e cosa è successo.

Sono le otto e mezza e il mio due di coppia mi ha lasciata alla metro. Venendoci, mi ha raccontato dell’ora di macchina che lo affligge da qualche giorno e di come mettersi in moto, sapendo quello che quasi certamente lo aspetta, è come stringersi la corda al collo da soli. Mi ha intenerito sapendo che non avrebbe neanche potuto indossare le cuffiette per ascoltare la sua musica.

La scomparsa di Al Jerreau

L’anno comincia male. Malissimo, anzi. Gli echi del bruttissimo 2016 sembrano arrivare fino a qui.
Al Jerreau
è morto quasi improvvisamente un paio di giorni fa e ci è voluto un giorno per accettare la notizia. Aveva 76 anni e aveva annunciato giusto qualche giorno fa la sua intenzione di ritirarsi dalle scene dopo aver fatto un’onesto lavoro per oltre cinquant’anni.  Ha avuto il conforto della sua famiglia intorno che ha deciso di raccogliersi attorno al grande artista chiedendo di celebrare le esequie privatamente e di contribuire alla Fondazione della Scuola di Musica del Wisconsin.

La scomparsa di Leonard Cohen

Il talento di Leonard Cohen è stato leggendario ma la sua musica è venuta solo dopo il poeta e lo scrittore. Sono stata tutto il giorno pensare e pesare le parole con cui salutare il cantante la cui opera ha influenzato gli ultimi 50anni della musica di questo piccolo pianeta pieno di gente. Le parole più immediatamente reperibili nel mio personale vocabolario è annus horribilis. Lo sarà certamente questo 2016 che già si è portato via artisti come Prince e David Bowie. Negli ultimi mesi ho passato quasi più tempo a scrivere obituaries che di musica.

Bob Dylan: il premio Nobel del secolo

Abbiamo chiesto alla curatrice di Podcast, la rubrica di libri & musica di BookAvenue, il commento al Nobel per la letteratura di quest’anno.

Bob Dylan ha vinto il premio Nobel per la letteratura: l’Accademia lo ha lodato per “aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione canzone americana.” Un contributo dato in uno straordinario lavoro che comprende canzoni come “Like a Rolling Stone,” ” Blowin ‘in the Wind “e” Mr. Tambourine Man “. Un annuncio stupefacente e del tutto inaspettato, quello di quest’anno, che ha segnato una prima volta per un musicista vincitore del più ambìto dei premi letterari.

I treni segreti della storia

Settembre 1933. All’ombra di un portone, Elise aspetta sotto la pioggia l’apparizione di Virginia Woolf, la scrittrice di cui venera le opere. Ma non osa avvicinarla. Poche ore più tardi, ritroverà Parigi e la sua piccola libreria nel Quartiere latino. Nello stesso momento, la giovane Camille Galay torna a calpestare il suolo francese dopo anni di esilio e di lacrime negli Stati Uniti.

Podcast. Quando il jazz ti dona il funky. Herby Hancock

Quando ho scritto di Shorter un paio di settimane fa mi ero ripromessa di parlare di un altro dei componenti del mitico gruppo di Miles Davis: Herby Hancock, appunto.
E quando si dice che il talento bisogna averlo dalla nascita si dice una cosa vera. Hancock inizia a studiare pianoforte all’età di 7 anni, e subito si dimostra un bambino prodigio. Si vede: nel 1961 Donald Byrd lo invita ad unirsi al suo gruppo a New York, dopodiché è sotto contratto con l’etichetta Blue Note che gli offre un contratto. Ha poco più di vent’anni.