“Una politica per il libro non è più solo urgente, è in ritardo”. E’ un bilancio amaro quello del presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Marco Polillo in occasione della presentazione del Rapporto AIE sullo stato dell’editoria in Italia alla 65ma edizione della Buchmesse, il più importante appuntamento internazionale per lo scambio dei diritti del settore librario, tenutosi a Francoforte la scorsa settimana. “In due anni il fatturato è diminuito del 14%, ogni giorno abbiamo notizie di librerie che chiudono, la crisi di liquidità si aggrava, si vanno rideterminando gli equilibri competitivi nei canali commerciali del libro, anche l’export cala – ha proseguito -. Serve un dialogo serio, diretto, subito. Siamo a Francoforte, in un contesto internazionale, ed è naturale fare dei confronti.
fiera del libro
Apre oggi la Buchmesse di Francoforte
Apre oggi la Fiera del Libro di Francoforte, la più importante in Europa: per i primi tre giorni potranno visitarla solo librai, studenti, professori e giornalisti, mentre dal 12 al 13 ottobre sarà aperta al pubblico. La fiera è stata organizzata per la prima volta nel 1976, mentre dal 1988 viene organizzata una volta all’anno. Lo scorso anno hanno partecipato alla fiera quasi 300 mila visitatori.
Il mondo (editoriale) salvato dai ragazzini
Non ci sono buone notizie per il mercato dell’editoria. Ieri mattina al Salone del libro di Torino sono stati diffusi i dati di vendita elaborati dalla Nielsen per l’Aie, l’Associazione editori. Nel 2012 c’è stato un calo delle vendite di quasi l’8%. Mentre a valore, cioè considerando gli incassi, le case editrici hanno perso il 7%. Va male soprattutto la non-fiction, ossia saggistica e manuali: hanno venduto il 14% di copie in meno. Reggono i libri per bambini che perdono solo il 5%.
“Continua la flessione”, dice Giovanni Pèresson, dell’Aie, l’Associazione editori. “Molte persone scelgono ormai solo i libri con il prezzo di copertina più basso”.
Parte oggi il Salone della riscossa
La scelta del tema della creatività come motivo conduttore del Salone Internazionale del Libro 2013 vuole sollecitare una riflessione su quella cultura del progetto che l’Italia ha sin qui trascurato, ma di cui ha più che mai bisogno di fronte a una crisi che nasce anche dall’incapacità di elaborare un’idea organica di società nel medio e lungo periodo.