Dopo il successo di “1861”, Giovanni Fasanella e Antonella Grippo ripartono dalle strade del Risorgimento Italiano per percorrerle fino alla Grande Guerra. E lo fanno con un bel libro – “Intrighi d’Italia“, edito da Sperling e Kupfer – scritto con una verve capace di raccontare episodi “pesanti” con una leggerezza di calviniana impronta, rendendo l’intero lavoro piacevole e ricco di grandi “inediti” che sorprendono pagina dopo pagina il lettore. Da evidenziare da parte degli autori la grande opera nel saper ricercare fonti (specie quelle da archivi stranieri) che fanno conoscere quelle trame che non ci sono sui libri di storia. L’opera peraltro, in alcuni punti, ha molte analogie con i periodi molto più vicini al nostro: basti pensare al Governo dei banchieri, dei tecnici (d’affari) o allo scandalo della Banca Romana che oggi si chiamerebbe Tangentopoli; quasi a significare che la storia si ripete (corsi e ricorsi…) e quando si ripete, cambiano ovviamente i personaggi ma non la fattispecie, come direbbero i giuristi.