Carne è una parola ricorrente in quest’opera di Francesca Bonafini.
Dà il benvenuto al lettore già dal titolo, poi spunta e rispunta come una luna che si rinnova, trascina maree, illumina, spaventa, scompare…
La casa di carne è “ovatta di un corpo di donna”, ma anche “dick storming”, come se “…l’amore, quando accade, potesse prendere qualsiasi forma di carne”. È anche la mano di un amico che ti saluta facendoti capire che ti aspetterà, che in lui potrai sentirti a casa.