Due o tre giorni al Massimo è un originale e brillante esperimento metaletterario con l’obiettivo di affrontare e realizzare un’altra idea di Sicilia. Coloro che hanno realizzato il volume hanno un denominatore comune: una riconducibilità diretta o indiretta all’isola e alle sue infinite suggestioni.
antonio capitano
Le tante storie dell’Arte nelle vite di coloro che l’hanno portata a noi
Venerdì 3 dicembre, alle ore 17:00, nella splendida cornice di Palazzo Della Corgna, Città della Pieve presenta in prima nazionale il volume di Antonio Capitano “Cronache dal mondo dell’arte. Storie curiose di artisti e dintorni” Albeggi Editori.
Ne discuteranno l’Assessore alla Cultura Luca Marchegiani (che ha avuto un ruolo attivo nella scoperta dei frammenti del Gozzoli) con letture “ad alta voce”, dell’ambasciatrice della lettura Marianna Scibetta, di alcuni “frammenti” del libro.
Antonio Capitano, saggista e ambasciatore della lettura (recentemente nominato dal Cepell del Ministero della Cultura) nelle sue pagine dedica un significativo spazio anche alla figura di Benozzo Gozzoli, straordinario pittore che ha lasciato il segno del suo passaggio a Città della Pieve.
L’occasione della presentazione è dunque quella di sublimare questi “frammenti di un periodo luminoso” attraverso la riscoperta di questi immensi artisti che meritano una speciale attenzione in una Città rappresentativa e simbolica per l’intera storia dell’arte.
La recente scoperta degli affreschi attribuiti al Gozzoli da validissimi studiosi permette di ricostruire una diversa storia locale che immediatamente diventa universale. Il saggio di Antonio Capitano si sofferma su ritratti poco noti da sembrare quasi inediti di artisti dal valore universale e dalla vita non sempre semplice se non addirittura avventurosa. E, in vista dei 500 anni dalla morte di Pietro Vannucci detto il Perugino, restituire la giusta luminosità a tale artista probabilmente troppo oscurato sia dai suoi contemporanei, sia dalla critica.
Riaprire i sipari per riaprire il Paese
La pandemia ha messo in ginocchio il mondo della cultura e dello spettacolo e i suoi addetti. Nel terzo Quaderno della raccolta di Albeggi Edizioni sull’Italia post Covid, dal titolo “Riaprire i sipari”, Antonio Capitano raccoglie, a un anno dal primo lockdown, una serie di contributi di esperti di vari comparti di questo variegato settore – eventi, teatro, programmazione culturale pubblica e privata, editoria, turismo – con l’obiettivo di individuare spunti e proposte per la ripartenza.
L’Innominabile attuale. L’età dell’inconsistenza secondo Roberto Calasso
Un libro di Roberto Calasso merita sempre attenzione. Ma il suo lavoro “L’Innominabile attuale”, naturalmente Adelphi, è destinato a rimanere nella memoria dei buoni lettori per le sue “provocazioni” da lasciare, rigorosamente, sedimentare nel tempo della riflessione.
Le pagine sono frammenti “pittorici” (“colore” sprigionato dalla tavolozza) che sembrano usciti direttamente dall’immagine di copertina decisamente evocativa per la forza della scena.
Usando la fantasia è possibile immaginare nella rappresentazione del Tiepolo un cartiglio celato, non visibile e per questo senza nomenclature.
E, al pari del Mondo Nuovo, oggi tale opera pittorica comunica, forse, lo smarrimento che Calasso mette subito in primo piano come un’avvertenza farmaceutica
La sensazione più precisa e più acuta, per chi vive in questo momento, è di non sapere dove ogni giorno sta mettendo i piedi. Il terreno è friabile, le linee si sdoppiano, i tessuti si sfilacciano, le prospettive oscillano. Allora si avverte con maggiore evidenza che ci si trova nell’innominabile attuale.
Il sorriso di Don Giovanni. L’elegia della lettura secondo Ermanno Rea
“I buoni libri moltiplicano la tua vita“. Questa è una delle tante frasi destinate a diventare citazioni senza tempo. Ermanno Rea con il suo ultimo libro ci regala un viaggio nella bellezza delle parole. Quelle parole stampate che diventano letteratura. Entrare in un libro e diventarne uno dei personaggi. Il sogno di molti e di Adele la protagonista che ci racconta il suo amore per i libri con una straordinaria capacità di farci entrare anche… in questo libro.
Le belle contrade. La nascita del paesaggio italiano
ndr.questo articolo di Antonio Capitano è stato pubblicato il 15/5/2019
La casa editrice “Il Saggiatore” prosegue il progetto di rivitalizzazione del corpus delle opere di Piero Camporesi ripubblicando “Le belle contrade” con un sottotitolo “la nascita del paesaggio italiano” utile a comprendere la genesi del dialogo tra uomo e natura, vita materiale e costruzioni culturali.”Nel Cinquecento non esisteva il paesaggio, nel senso moderno del termine, ma il “paese”, qualcosa di simile a quello che per noi è oggi il territorio” un’Italia “minore” di cose e di genti. Un libro prezioso, denso di attuali spunti
Tzvetan Todorov. L’anima del secolo
La pittura dei lumi di Tzvetan Todorov , edito da Garzanti libri, accende i riflettori sulla scena pittorica di un intero secolo e sulle vedute in cui la nascente Europa affonda le sue radici. Vedute di modelli e di pensiero nelle quali la società si specchia, mentre costruisce la sua identità.
Due, nessuno, centomila
Con l’articolo che segue, il nostro amico e collega di penna Antonio Capitano ha vinto, a Torino, il Premio internazionale “Mario Pannunzio” per la Sezione Giornalismo, Critica e Saggistica. La giuria ha ritenuto di premiare il breve saggio “due, nessuno e centomila” pubblicato sulla prestigiosa Rivista Il Ponte (numero 8-9 2017) fondata da Piero Calamandrei. Lo scritto è incentrato su due eventi da tempo alla ribalta delle cronache nazionali. In particolare, il caso di Ettore Majorana decisamente simile a quello di Federico Caffè. Due storie misteriose e due figure di primissimo piano in diverse discipline. Ad Antonio Capitano va l’abbraccio di tutta la redazione e dei lettori.
Il diritto di avere diritti
Riproponiamo l’articolo di Antonio Capitano sul libro, Il diritto di avere diritti , di Stefano Rodotà scomparso ieri a 84anni.
Rodotà è stato un grande Italiano. Un uomo fedele alla parola data al Paese, cioè a tutti, e per questo smarcato dalle congerie piu deteriori della politica. Rodotà è stato un giurista di idee, assai spesso illuminanti, ma soprattutto un uomo colto e indipendente che ha speso la sua vita al servizio delle grandi battaglie di civiltà in un paese che sembra smarrire, talvolta, la propria. Stefano Rodotà è stato uomo libero. >>