“… Una bambina aveva trovato un uccellino. Chissà forse era stato un temporale a farlo cadere dal nido o forse aveva perso la strada e si era perso d’animo, come capita anche alle persone.
La bambina, che da tempo voleva un giocattolo bello e vivo come l’animale, l’aveva raccolto, pulito, era andata a scavare dei vermi nella terra per dargli da mangiare, gli aveva fatto un letto di paglie secche e, infine sulla testa gli aveva messo un tetto, proprio come quello che aveva lei […]
Un giorno l’uccello trovò la finestra aperta e prese il volo. Ritrovò l’odore di quando pioveva, le ombre di mezzanotte e quelle del mezzogiorno […]
« Casa! » gridò allora e la bambina che non aveva mai sentito la sua voce, scoprì che l’uccello scappato cantava. Cantava così bene che dentro di sé sentì il cuore scappare dietro all’uccello. E invece di piangere, chissà perché, fu contenta … “ (pag.16) [segue ]