Giaime Alonge,
L’arte di uccidere un uomo
Baldini e Castoldi
L’arte di uccidere un uomo è un romanzo bellico e come tale è pieno di sconfinamenti e mutuazioni dal cinema di guerra. Il bellico, infatti, è uno di quei generi che, come la fantascienza o il noir, si sono sviluppati a cavallo tra letteratura e cinema, finendo con il creare un bagaglio comune di immagini, situazioni, personaggi.
Quello della missione portata a termine da un gruppo di soldati eterogeneo per provenienza geografica e sociale, e per idee e visione del mondo, è un vero e proprio topos del war film, da Obiettivo Burma (1945) a Salvate il soldato Ryan (1998). Senza considerare che i film sui mercenari – I quattro dell’Oca selvaggia (1978), I mastini della guerra (1980) – rappresentano a tutti gli effetti un sotto-genere del war movie.